I Capi di Stato africani, riuniti a Kampala (Uganda) per il 15° Summit dell'Unione Africana, possono e devono agire per salvare la vita di 4,5 milioni di bimbi e 265.000 madri che ogni anno muoiono nel continente, 12.000 bambini circa ogni giorno. Questo è l'appello di Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora dal 1919 per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, affinché i leader africani assumano impegni concreti in occasione del Summit dedicato al tema "Salute materno infantile e sviluppo in Africa", che si tiene dal 25 al 27 luglio.
L'Africa ospita circa il 12% della popolazione mondiale, ma conta solo il 3% del personale sanitario globale, e porta su di sé il peso di almeno metà delle morti materne e infantili del pianeta. In Etiopia, ad esempio, il 94% dei parti avviene a casa senza assistenza specializzata. 1 bambino su 8 muore prima di aver raggiunto 5 anni, e c'è un dottore ogni 50.000 persone. In Niger 1 donna su 7 perde la vita mentre è incinta o durante il parto. In un paese come l'Italia il rischio di morire di parto riguarda 1 donna su 26.000.
Si stima che l'85% delle morti di madri, neonati e bambini al di sotto dei cinque anni si potrebbero evitare se tutte le madri e i loro figli potessero ricevere un'assistenza sanitaria di base che comprende la capacità di pianificare e distanziare le nascite, l'assistenza specializzata al parto, l'accesso a servizi di supporto ostetrico, cure postnatali immediate ed efficienti, vaccinazioni e trattamenti per la polmonite, la diarrea e la malaria. Ogni anno le vite di circa 4 milioni di donne, neonati e bambini in Africa potrebbero essere salvate se questi interventi già sperimentati potessero raggiungere il 90 percento delle famiglie nel continente.
"E' questo il momento per i leader africani di mostrare la loro volontà di mettere a disposizione della propria gente le risorse e le politiche indispensabili per salvare la vita di milioni di persone," ha detto Chikezie Anyanwu, Advocacy Advisor di Save the Children per l'Africa. "Le soluzioni sicure per evitare la maggior parte delle morti di madri e bambini sono ben conosciute ed estremamente poco costose. Che cos'è la leadership se non la capacità di garantire che queste soluzioni raggiungano quei milioni di madri e bambini che altrimenti morirebbero?"
Le richieste di Save the Children
Nel percorso che ha portato i Paesi africani al Summit, Save the Children unitamente ad una grande coalizione di organizzazioni della società civile in tutto il continente e nel mondo per sottoporre ai leader riuniti 4 impegni precisi, condivisi dagli esperti di salute materno-infantile, indispensabili per salvare la vita di madri e bambini:
Piano d'azione - ogni Paese deve sviluppare e adottare un piano nazionale rapido per ridurre la mortalità materno-infantile.
Disponibilità degli stanziamenti - ogni Paese deve mantenere o superare l'impegno preso nel 2001 ad Abuja (Nigeria) di destinare il 15% del bilancio nazionale alla sanità. Inoltre, una parte consistente di queste risorse deve essere dedicata specificatamente alla salute materno-infantile.
Personale sanitario - i Paesi devono assumere, formare e distribuire sul territorio più dottori, ostetriche e personale infermieristico, evitando l'esodo massiccio dall'Africa di personale specializzato. In questo modo si potrà contribuire a compensare la mancanza di 800.000 operatori nel continente entro il 2015.
Riduzione del divario tra ricchi e poveri - i Paesi devono garantire l'accessibilità dei servizi sanitari, compresa l'assistenza del personale ostetrico, alla fascia più povera della popolazione attraverso la gratuità per madri e bambini ai di sotto dei cinque anni.
L'impegno dell'Italia in vista del Summit UN di settembre
L'African Union Summit è l'ultimo appuntamento importante prima del summit straordinario delle Nazioni Unite, che si terrà a settembre a New York, per verificare i progressi fatti rispetto agli Obiettivi di Sviluppo del Millenio (MDG). Il Segretario Generale Ban Ki-moon ha chiesto un piano d'azione congiunto per accelerare le azioni sulla salute materno-infantile che mostra i peggiori progressi tra gli obiettivi di sviluppo del 2015.
"Chiediamo con forza all'Italia di non permettere che i Paesi africani, che hanno già elaborato o stanno definendo piani nazionali efficaci per ridurre la mortalità infantile e materna, falliscano nella fase di applicazione per la mancanza di quelle risorse che anche il nostro Governo si è impegnato a rendere disponibili" dichiara Francesco Aureli, Responsabile Advocacy e Policy di Save the Children Italia. "Il nostro Paese, infatti, deve indicare con chiarezza quale sarà il suo impegno economico e i Paesi destinatari, per contribuire a ridurre la mortalità infantile e materna entro il 2015 in ottemperanza alle promesse fatte in ambito internazionale."