Vienna, 23 luglio 2010. Mentre alla XVIII Conferenza mondialesull'Aids è riunito il gotha della lotta all'Aids, l'Italia non trovadi meglio da fare che rispolverare ammuffiti e pretestuosi dibattiti.Che ci raggiungono e ci colpiscono mentre assistiamo alla sedutaplenaria che chiude la Conferenza.
Un omosessuale viene escluso dalla donazione del sangue, e ilministro alla Salute Ferruccio Fazio, che peraltro ancora non hatrovato il tempo per spiegare il motivo dell'assenza italiana a questofondamentale appuntamento internazionale, non è in grado di prendereuna posizione e decide di predere tempo richiedendo un parere al Centronazionale Sangue.
Mentre assistiamo alle imbarazzanti esternazioni di un ex ministroalla Salute, Gerolamo Sirchia, peraltro firmatario proprio del Decreto3 marzo 2005 - Protocolli per l'accertamento della idoneita' deldonatore di sangue e di emocomponenti. Che parla addirittura di"persone a rischio", quando l'intero mondo oramai sa che a rischiocasomai sono i comportamenti. E cita legislazioni di altri Paesi sudonazione e omosessualità, ignorando che tali legislazioni, per esempionegli Usa, sono in via di modificazione, proprio in aderenzaall'evidenza scientifica, che è un po' diversa da come la racconta l'exministro.
È ora di finirla. La Lila ha recentemente seguito un altro caso,all'Avis di Brescia, l'esclusione dalla donazione di una persona chevive sotto lo stesso tetto con un familiare sieropositivo. Non unpartner: un familiare. Qual è il messaggio che passa da queste prese diposizione? Che vivere con una persona sieropositiva è pericoloso? Chegli omosessuali sono pericolosi e possono contagiarci in quanto tali?Per il caso da noi seguito, il Centro nazionale Sangue, interpellato,ha risposto citando proprio il Decreto Sirchia, e ribadendo il dirittoa donare il sangue per la persona ingiustamente esclusa, ci auguriamoche così accada anche per il ragazzo omosessuale. Come ci auguriamo chestigma e discriminazione, che sono i migliori alleati dellapropagazione del virus, spariscano una volta per tutte.
L'umiliazione che ancora devono subire le persone ingiustamentediscriminate da chi, a tutti i livelli, agisce sulla base del moralismoe delle ideologie e ignora l'evidenza scientifica, è cosa grave. Nonsolo perché offensiva per le persone coinvolte, ma perché ci fa farepassi indietro nella lotta all'Hiv/Aids e impedisce di avviarepolitiche di prevenzione realmente efficaci. Questo era il centro deldibattito alla Conferenza di Vienna, ma l'Italia purtroppo non c'era,perciò non può saperlo. E si vede.