Ieri pomeriggio una delegazione della Sezione Italiana di Amnesty International, guidata dalla presidente Christine Weise, è stata ricevuta dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dall'assessore alle politiche sociali, Sveva Belviso.
La presidente Weise ha consegnato al sindaco Alemanno e all'assessore Belviso migliaia di firme, cartoline e disegni di bambine e bambini che, da marzo a oggi, hanno preso parte a un'azione mondiale di Amnesty International per chiedere la sospensione e la revisione del "Piano nomadi".
Il "Piano nomadi" è il primo programma sviluppato attraverso i poteri speciali previsti dal decreto governativo del maggio 2008, per affrontare la cosiddetta "emergenza nomadi". Avviato il 31 luglio 2009 dal Comune di Roma e dal prefetto di Roma, prevede il trasferimento di 6000 rom (su 7177 residenti nei campi, secondo un censimento considerato incompleto da più parti) in 13 campi ampliati o di nuova costruzione nella periferia della capitale.
La delegazione della Sezione Italiana di Amnesty International ha manifestato apprezzamento per i passi fatti dall'Amministrazione comunale verso una maggiore consultazione delle persone interessate dagli sgomberi eseguiti nell'ambito del "Piano nomadi". Permangono tuttavia timori sul carattere ancora parziale delle consultazioni stesse, sia dal punto di vista delle persone coinvolte sia da quello delle informazioni disponibili.
L'organizzazione per i diritti umani ha rinnovato la sua preoccupazione per l'aspetto di segregazione abitativa che continua a emergere dall'attuazione del "Piano nomadi", come confermato dalle recenti dichiarazioni di rappresentanti del Comune di Roma sulla lontananza dei nuovi campi dai centri abitati.
Inoltre, l'organizzazione si è detta preoccupata per il ritardo nell'attuazione dei miglioramenti nei campi, a fronte del proseguimento dei trasferimenti.
Nel consegnare le firme al sindaco Alemanno e all'assessore Belviso, la delegazione della Sezione Italiana di Amnesty International ha ribadito le proprie richieste: un sostanziale ripensamento del "Piano nomadi" alla luce degli standard internazionali sul diritto a un alloggio adeguato; il rinvio della sua ulteriore attuazione sino a quando non sarà stata effettuata una piena consultazione di tutte le persone interessate; il pieno rispetto delle norme internazionali che regolano gli sgomberi forzati.