A distanza di una settimana dal caso Munir - l'orfano egiziano affidato in kafala a una famiglia italo-egiziana residente nelle Marche ma costretto a vivere in un orfanotrofio perché non ha ottenuto il visto per entrare in Italia - e a venti giorni dall'incontro tecnico in cui le istituzioni europee hanno nuovamente sollecitato il nostro Governo a ratificare la Convenzione de L'Aja, i Ministeri competenti non hanno ancora reagito rispetto al clamoroso ritardo nella ratifica della Convenzione de l'Aja del 1996.
Un trattato fondamentale, che permetterebbe all'Italia di sbrogliare una matassa che oggi impedisce a migliaia di minori abbandonati di essere figli. Si applica, infatti, ai provvedimenti che riguardano bambini e adolescenti "ostaggi" di sistemi giuridici nazionali che non dialogano fra loro. Un esempio su tutti è quello che riguarda il riconoscimento della kafala (ovvero il più alto strumento di protezione dell'infanzia negli stati nordafricani). L'Italia, a differenza di altri Paesi europei, non prevede il riconoscimento di questo istituto e quindi non permette ai minori abbandonati provenienti dal Nord Africa di essere accolti dalle aspiranti famiglie adottive residenti in Italia.
La ratifica della Convenzione de L'Aja darebbe invece la possibilità di riconoscere la kafala nell'ordinamento italiano.
Il silenzio dei Ministeri lascia quindi intuire il debole interesse che le istituzioni italiane avrebbero sul tema dell'abbandono minorile. Lo dimostra il fatto che su altri problemi che affliggono l'infanzia, ad esempio la violenza sessuale, si siano dimostrati attenti impegnandosi nella ratifica di importanti trattati europei come quello di Lanzarote. E' infatti in discussione al Parlamento il disegno di legge per la ratifica della Convenzione europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento sessuale, detta anche Convenzione di Lanzarote. Firmata da trentanove su quarantasette stati membri del Consiglio d'Europa, la Convezione ha riscosso subito l'attenzione delle istituzioni italiane.
Il documento impegna gli Stati membri del Consiglio d'Europa a modificare e armonizzare le norme vigenti nei singoli Stati in materia di sfruttamento e di abusi sessuali nei confronti dei minori per evitare che gli Stati dotati di una legislazione meno rigida possano essere scelti come luogo per commettere delitti di natura sessuale.
Un trattato importante, al pari della Convenzione de L'Aja del 1996. Eppure sembra quasi che la portata storica di quest'ultima non sia presa adeguatamente in esame dalle istituzioni italiane.
Eppure la situazione dell'infanzia abbandonata in questi Paesi è allarmante, al pari di molte altre realtà in cui le istituzioni italiane stringono accordi con i Governi locali pur di dare la possibilità ai minori abbandonati di essere accolti da una famiglia.