Nell'ambito del progetto Arvore da Vida , programma di responsabilità sociale sviluppato da Fiat Brasile insieme ad AVSI a Belo Horizonte, cofinanziato dalla Cooperazione Italiana, è stato eseguito uno studio con successiva pubblicazione, coordinata da Gianfranco Commodaro e Jacopo Sabatiello, dal titolo "Regulamentaçao Legislativa da Responsabilità Social Coorporativa - Conceitos e Legislaçao" che tratta dell'attualissimo tema della responsabilità sociale corporativa, sul perché e sul come realizzarla, utilizzando i vari strumenti di incentivo fiscale che facilitano l'applicazione di risorse finanziarie derivanti da sgravi fiscali delle imprese - in caso di multinazionali si tratta di ingenti somme - direzionati in progetti di sviluppo sociale individuati dalle stesse imprese.

La pubblicazione è stata distribuita dalla Fiat a tutti i suoi fornitori e concessionarie all'interno di un workshop svoltosi in maggio, con lo scopo di promuovere azioni di responsabilità sociale tra i propri stakeholders. Inoltre, recentemente, l'Università Cattolica di Minas Gerais, riconoscendo l'alto valore contenutistico dell'analisi ed il contributo che questa avrebbe potuto offrire alla comunità accademica, ha deciso di dotare le biblioteche delle diverse università dello Stato di Minas Gerais con questa pubblicazione.

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La storia

«La Fiat è orgogliosa di avere dato vita al progetto "Árvore da Vida" caratterizzato da una configurazione ricca di idee, azioni, domande, abilità, in modo particolare della Fondazione AVSI, CDM e altre imprese dell'indotto Fiat. Grande il coinvolgimento del principale partner: la comunità, composta dalle persone residenti nel territorio. Un rapporto fondato su una relazione di rispetto, di vero partenariato e di dialogo, dove alla base c'è la promozione della persona e non l'assistenzialismo».

Belo Horizonte, giugno 2009. Il presidente del Gruppo Fiat Brasile Cledorvino Belini sta presentando in un workshop i risultati raggiunti col progetto Árvore da Vida (Albero della Vita) per la riduzione della povertà nelle comunità dell'insediamento a basso reddito di Teresopolis. Un programma cofinanziato dalla Cooperazione Italiana a sostegno dell'iniziativa avviata nel 2004/2005 tra la Fiat Brasile, AVSI e le autorità pubbliche locali con l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione che vive nei quartieri poveri di Belo Horizonte/Betim nelle vicinanze degli stabilimenti della casa automobilistica. Col presidente Fiat - nell'incontro pubblico coordinato da Gianfranco Commodaro, rappresentante di AVSI a Belo Horizonte - anche Agostinho Patrus Filho, Segretario di sviluppo Sociale del governo del Minas Gerais, Marco Antonio Lage, direttore Comunicazione Fiat, Maria do Carmo, sindaco di Betim, Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI e l'ambasciatore italiano Michele Valensise che ha sottolineato l'eccellenza dei risultati ottenuti grazie alla partnership tra "due campioni del mondo, Fiat e AVSI".

"In questi cinque anni il programma è diventato un'opportunità per molte persone, proponendo una nuova prospettiva di vita. I numeri sono significativi: 8.000 persone beneficiarie. - Continua Belini - E' aumenta la frequenza e il rendimento scolastico degli studenti ed è diminuita così la violenza nel quartiere. Si sono valorizzate le iniziative già esistenti e i leader comunitari sono diventati protagonisti dello sviluppo. Árvore da Vida valorizza ciò che è necessario: il capitale umano e sociale". "Si trattava di incanalare l'energia sprigionata dalla speranza di un maggiore benessere in una forma educativa ampia - spiega Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI, in un'intervista a Business People - per permettere alle persone di prendere coscienza della propria dignità, prima, e di mettersi a studiare e seguire corsi professionali, poi. A chi è cresciuto tra droga e violenza spesso non basta imparare un lavoro, deve trovare anche una ragione per lavorare".

Il comune di Betim si trova nell'area metropolitana di Belo Horizonte in Brasile. Qui Fiat Automobili dà lavoro direttamente a 15.000 persone e indirettamente ad altre 8.000. La presenza di questa zona industriale ha riacceso la speranza di trovare lavoro e fortuna e, nel corso degli anni, nell'area è sorta una favela di 35.000 abitanti: Jardim Terezopolis.

Nel 2004 Fiat si orienta verso un'azione organica e integrata sul territorio: un'intuizione di Marco Lage, direttore della comunicazione Fiat Brasile, di entrare con la propria specificità d'impresa nel Paese. Nel frattempo, il presidente Belini mette a disposizione le proprie capacità per favorire la riduzione della violenza nella zona. È in questo momento che Fiat e AVSI entrano in contatto grazie all'allora ambasciatore italiano in Brasile, Vincenzo Petrone: "AVSI era già presente a Belo Horizonte da vent'anni, risultava un partner solido e affidabile".
Nasce il progetto che coinvolge 5.200 adolescenti, migliaia di adulti e realtà locali, proponendo un percorso educativo, attività complementari come musica, sport, danza in nesso con la scuola dell'obbligo, formazione professionale e stage presso la Fiat e l'indotto, fino alla contrattazione definitiva nelle varie imprese.

L'origine del successo va ricercata nella forma di collaborazione e nel metodo di lavoro in cui è stato possibile costruire negli anni una vera partnership globale, dove ogni partecipante ha contribuito mettendo a disposizione le proprie competenze al servizio del bene comune, senza sovrapporsi. La Fiat e il suo indotto, oltre a risorse finanziarie, ha messo a disposizioni la sua professionalità, assorbendo mano d'opera, acquistando prodotti e servizi offerti dalla cooperativa di giovani. La Fondazione AVSI con CDM, suo partner locale, hanno coordinato l'intervento e messo a disposizione la propria esperienza valorizzando la persona. Il governo locale ha messo a disposizione gli spazi e ha adeguato programmi municipali alla realtà di Terezopolis. Gli attori locali (asili, scuole, centri socio educativi) si sono coinvolti favorendo la sostenibilità dell'intervento. Il mondo accademico ha offerto supporto tecnico e pedagogico. Il progetto Árvore da Vida prende il bel nome dal fatto che la crescita è lenta e progressiva e richiede cura e nutrimento, attraverso un lavoro con le persone.

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