Amputazioni e altri interventi chirurgici invasivi vengono praticati senza anestesia. Questo è solo un esempio della disperata condizione del sistema sanitario della Corea del Nord, descritto oggi da un nuovo rapporto di Amnesty International, intitolato "Sistema sanitario a pezzi in Corea del Nord".
Il rapporto, basato su interviste a oltre 40 nordcoreani residenti all'estero, la maggior parte dei quali ha lasciato il paese tra il 2004 e il 2009, e a operatori sanitari che sono in contatto con nordcoreani, racconta di ospedali a malapena funzionanti e privi di medicinali e di epidemie causate dalla malnutrizione. Testimoni hanno riferito di aghi ipodermici non sterilizzati e di lenzuola non regolarmente lavate.
"La Corea del Nord non viene incontro ai più elementari bisogni per la salute e la sopravvivenza dei suoi cittadini. Questo è vero soprattutto per coloro che sono troppo poveri per pagare le cure mediche" - ha dichiarato Catherine Baber, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International.
Secondo gli ultimi dati disponibili dell'Organizzazione mondiale della salute (Oms), con meno di un dollaro all'anno pro-capite, la Corea del Nord è il paese che spende meno al mondo per la salute dei propri cittadini. Il governo si ostina a dichiarare che il sistema sanitario è gratuito per tutti, ma molti testimoni hanno raccontato ad Amnesty International che dagli anni Novanta hanno dovuto pagare per ogni prestazione, compensando di solito i medici con sigarette, alcool o cibo per le visite più generiche e in contanti per analisi e interventi chirurgici.
Il rapporto di Amnesty International mette in luce come molti nordcoreani ignorino il personale sanitario, comprando direttamente le medicine, ricorrendo all'automedicazione o seguendo le indicazioni di chi vende i farmaci. Le autorità hanno recentemente vietato un antidolorifico a base di narcotici che causava elevata dipendenza, usato da molte persone all'insorgere di qualsiasi sintomo.
"Il fatto che il governo non educhi all'uso dei medicinali è particolarmente preoccupante, dato che la Corea del Nord sta combattendo un'epidemia di tubercolosi e un crescente numero di pazienti ha sviluppato una resistenza ai farmaci di prima linea contro questa malattia. La popolazione ha un disperato bisogno di aiuti medicinali e alimentari ed è fondamentale che gli aiuti alla Corea del Nord non siano usati come strumento politico da parte dei paesi donatori" - ha proseguito Baber.
Amnesty International sta sollecitando i paesi donatori a proseguire nel fornire assistenza umanitaria attraverso le Nazioni Unite, sulla base delle effettive necessità e non di considerazioni politiche.
La Corea del Nord ha bisogno di maggiore assistenza internazionale per migliorare le infrastrutture sanitarie pubbliche. Il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite in Corea del Nord ha un grave problema di finanziamenti e ha bisogno di maggiore sostegno da parte dei donatori e della politica.
La scarsità di cibo resta un problema costante. A seguito della brusca rivalutazione della moneta nazionale lo scorso dicembre, il prezzo del riso è più che raddoppiato. Secondo un'Organizzazione non governativa citata nel rapporto di Amnesty International, in una sola provincia ci sono stati migliaia di decessi per fame tra gennaio e febbraio di quest'anno.
Molte delle persone intervistate da Amnesty International hanno lamentato problemi cronici di salute, causati dalla mancanza di cibo e di essere stati costretti a combattere la fame mangiando erba, corteccia d'albero e radici. La tubercolosi è ricomparsa, anche a causa della malnutrizione.
All'inizio degli anni Novanta, la fame provocò la morte di circa un milione di persone. Ne è seguita una situazione di scarsità di cibo, che dura ancora oggi. Le politiche governative hanno esacerbato lo stato di crisi in modo significativo. Finalmente, nel 1995 il governo rivolse un appello alla comunità internazionale chiedendo assistenza e aiuti alimentari. Tuttavia, anche dopo che le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie avevano iniziato a distribuire cibo e altri beni essenziali, il governo ostacolò la loro azione sul campo, impedendo loro di raggiungere ampi segmenti della popolazione.
Col collasso del sistema statale di razioni di cibo e le perdite in massa dei posti di lavoro a causa della chiusura delle fabbriche e di altre imprese di stato negli anni Novanta, per molti nordcoreani è iniziato un periodo di indicibili difficoltà e di lotta per la sopravvivenza.
Tra il 1995 e il 2005, le operazioni di emergenza del Pam in Corea del Nord hanno dato assistenza fino a un terzo della popolazione. Applicando la propria politica "se non c'è accesso, non c'è cibo", il Pam ha migliorato il monitoraggio della distribuzione di beni alimentari, grazie a un maggiore accesso all'interno del paese.
Nel settembre 2005, le autorità nordcoreane hanno annunciato di aver cibo sufficiente grazie a migliori raccolti e hanno ordinato al Pam di sospendere il programma di aiuti umanitari, dicendosi disponibili a consentire solo assistenza allo sviluppo di tipo tecnico e di lungo-medio periodo. La distribuzione di aiuti alimentari a opera del Pam, sospesa nel dicembre 2005, è dovuta riprendere un anno dopo, a seguito delle devastanti inondazioni del 2006 e del 2007.