Dichiarazione del presidente nazionale Paolo Beni, del responsabile area legalità Alessandro Cobianchi e del presidente Arci Milano Emanuele Patti

Ha avuto grande risalto in questi giorni la notizia dell'operazione con cui nella notte tra lunedì e martedì le forze dell'ordine hanno effettuato oltre 300 arresti di persone affiliate alla 'ndrangheta in varie regioni e particolarmente in Lombardia. Durante le indagini gli inquirenti hanno documentato con un filmato una riunione tra esponenti dell'organizzazione criminale, che si è tenuta presso la sala polivalente del Circolo Arci "Falcone e Borsellino" di Paderno Dugnano (Milano).
Da quanto ci è dato di sapere al momento, tanto il circolo quanto il suo presidente risultano del tutto estranei ai fatti che sono oggetto dell'indagine. A questo proposito è opportuno chiarire un particolare che non è stato evidenziato dagli organi di stampa, cioè che il circolo era obbligato, sulla base di una convenzione con il Comune, a mettere a disposizione la sala ai cittadini di Paderno che ne avessero fatto richiesta.
Ovviamente il gruppo dirigente dell'Arci, sia a livello milanese che nazionale, sta seguendo con la massima attenzione gli eventi, riservandosi di intraprendere tutte le azioni di tutela che si dovessero rendere necessarie per salvaguardare l'immagine della nostra associazione, da sempre impegnata nella lotta alla mafia e nella promozione della cultura della legalità e profondamente ferita e offesa da questa vicenda.
Siamo in molti a essere convinti che la scelta di "quel" circolo, inaugurato due anni fa dal fratello di Borsellino, non sia casuale e rappresenti un chiaro atto di spregio a due figure simboliche nella lotta alla mafia, come ha chiaramente espresso la stessa pm Ilda Boccassini durante la conferenza stampa.
Terremo aggiornati tutti i soci sugli sviluppi della questione, ma sin da ora invitiamo a vigilare con rinnovata attenzione nelle proprie realtà associative, promuovendo nei territori attività di informazione e sensibilizzazione sul problema delle infiltrazioni mafiose.
Come i fatti purtroppo dimostrano, nessuno può ritenersi immune da questo cancro che sta silenziosamente pervadendo il Paese.

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