"Un attentato al Belpaese". Così FAI e WWF definiscono l'emendamento alla manovra finanziaria firmato dal Senatore Azzollini che rischia di bruciare in un batter d'occhio l'intera storia della cultura paesaggistica ed ambientale in Italia, aprendo inoltre un probabile e pericoloso contenzioso con l'Unione Europea. La proposta infatti stravolge la normativa di Valutazione d'Impatto Ambientale e omette l'applicazione della Valutazione Ambientale Strategica passando ad un anarchico "fai da te" senza precedenti nei pur gravi, clamorosi e continui tentativi di smantellare la tutela del paesaggio italiano.
A denunciarlo con forza sono FAI e WWF che si rivolgono oggi al Senato della Repubblica ove la manovra è in discussione nella viva speranza di un repentino ripensamento, prima di un appello al Governo e alla maggioranza tutta. La proposta Azzollini prevede l'introduzione della "Segnalazione Certificata di Inizio Attività -SCIA " (in luogo della " Denuncia di Inizio Attività - DIA " ) che sostituisce con una dichiarazione dell'interessato - privato o azienda che esse siano - "ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta comunque denominato" con una "segnalazione dell'interessato" . Un vero e proprio assoluto Far West.
Se l 'emendamento Azzollini passerà chiunque vorrà costruire in un'area paesaggisticamente vincolata, o addirittura in un'area protetta - come un parco nazionale o in una riserva naturale - non avrà più bisogno di acquisire alcun permesso, in quanto egli stesso si farà personalmente garante dell'osservanza delle regole; il che, in un Paese ove gli abusi edilizi sono all'ordine del giorno, si commenta da sè. La semplice autocertificazione da parte del proponente consentirà dunque l'inizio dei lavori senza neppure dover attendere una pronunciamento della Pubblica Amministrazione locale ; se poi entro 30 giorni dal ricevimento della Segnalazione-Scia l'Amministrazione non si pronuncia l'emendamento Azzollini arriva al paradosso per il quale l'inibizione al proseguimento dei lavori è possibile solo "in presenza del pericolo attuale di un danno grave e irreparabile per il patrimonio artistico e culturale e per l'ambiente".
Tale proposta , oltre che dissennata e incivile in un Paese come l'Italia contiene evidenti elementi di incostituzionalità (art.41) , in quanto la libertà d'impresa e la semplificazione amministrativa non possono, secondo quanto più volte ribadito dalla Corte Costituzionale , prevalere rispetto ad un principio supremo dell'ordinamento costituzionale qual è l'art. 9 della Cost. sulla tutela del Paesaggio e del patrimonio culturale del Paese.
FAI e WWF chiedono con forza al Governo e in particolare al Ministro Bondi di rifiutare con civile sdegno quanto proposto dal senatore Azzollini e di non recepire l'emendamento nr. 2228 nell'annunciato maxi emendamento sulla manovra economica. Il Paese ha bisogno di una conferma di come questo Governo sia il latore di una cultura della legalità e della tutela del patrimonio culturale e naturalistico italiano.