Ha creato un vivace dibattito il documentario di denuncia al sistema adottivo nepalese presentato da Terres des Hommes "Paper Orphan" in occasione del vertice della Commissione Speciale a cui hanno partecipato - dal 17 al 25 giugno a L'Aja - i rappresentanti di più di 80 Paesi e di 14 Organizzazioni internazionali.
La posizione ufficiale del Governo nepalese è che il documentario, girato senza il permesso delle autorità competenti, diffonde un'immagine stereotipata del sistema adottivo nepalese che non rispecchia i progressi realizzati in materia di protezione dell'infanzia abbandonata.
A partire dalla vicenda Ai.Bi. era stata sollecitata a esprimere una posizione in qualità di Ente che da anni lavora con le istituzioni nepalesi per promuovere l'adozione internazionale. Mettere sotto accusa il sistema adottivo non può essere la strada per aiutare i minori abbandonati a diventare figli: è questa la posizione ufficiale espressa da Ai.Bi. nella lettera indirizzata oggi a Terres des Hommes.
"L'interesse a denunciare il sistema adottivo del Nepal non può essere la risposta al problema dell'abbandono minorile, tantomeno lo può essere la sospensione delle adozioni internazionali. Purtroppo in Nepal il fenomeno dell'abbandono minorile ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza umanitaria, così come in molti altri Stati del mondo, tuttavia è questa la realtà con cui i Paesi che collaborano con il Nepal devono fare i conti.
L'abbandono è un'emergenza silenziosa: non fa rumore, non fa notizia, ma colpisce comunque migliaia di bambini costretti a vivere senza l'affetto di una mamma e un papà. Per questo occorre promuovere l'adozione internazionale come uno strumento di cooperazione allo sviluppo inserito in un ampio progetto a sostegno dell'infanzia in difficoltà familiare. L'adozione internazionale non può essere penalizzata e, in ogni caso, si deve fare una distinzione tra le ONG e gli Enti autorizzati che promuovono l'adozione all'interno di un progetto di cooperazione allo sviluppo e gli attori che alimentano una gestione non trasparente del sistema.
Un giorno perso potrebbe essere irrecuperabile per un bambino senza famiglia, per questo bloccare le adozioni non solo non porta risultati, ma rischia di essere pericoloso per l'infanzia abbandonata. Nessuno Governo penserebbe di sospendere la distribuzioni di medicinali in un Paese in cui la popolazione è flagellata dalle epidemie pur di sconfiggere il mercato dei farmaci illegali. Sarebbe controproducente e dannoso per le persone più deboli.
Allo stesso modo non si può bloccare l'adozione internazionale.
Occorre invece proporre un modello di adozione internazionale corretto ed etico, basato su una serie di credenziali e garanzie."