Il ministro degli Affari femminili afgano, Husn Banu Ghazanfer, e sei parlamentari hanno visitato il "Giardino delle Donne" di Kabul. All'evento hanno partecipato giornalisti, televisioni, le donne che seguono i corsi e vi lavorano e i rappresentanti della Cooperazione italiana nel paese asiatico.
"La prima pietra del Giardino delle Donne è stata posata insieme all'Ambasciatore d'Italia - ha ricordato il ministro durante la conferenza stampa che si è tenuta nel Centro - e ancora una volta, colgo questa occasione per ringraziare il sostegno che l'Italia da anni offre alle donne afgane sotto forma di opportunità alla formazione e di inserimento nel mercato locale".
Da oltre cinque anni, infatti, la Cooperazione italiana porta avanti corsi di formazione in inglese e informatica e corsi professionali di taglio gemme, elettricità ed elettronica, assemblaggio di apparecchi fotovoltaici: i primi e gli unici dedicati alle donne. "Spero che le attività portate avanti da questo progetto continuino", ha sottolineato il ministro. Molte le donne che partecipano, tante ancora vorrebbero prendervi parte. Troppo ristretti gli spazi.
"Potremmo mettere a disposizione un edificio, al momento non utilizzato, costruito da un'organizzazione indiana (Sewa)", ha avanzato a questo proposito il ministro. Un segno, questa ipotesi, di grande fiducia verso il lavoro della Cooperazione Italiana. Una nuova opportunità di apertura per le donne. "Perché fino ad ora sono state il motore di un grande cambiamento - ha concluso Ghazanfer - che dal Giardino si diffonde a tutte le donne afgane".
Il Giardino delle Donne, dunque, si prepara a essere nei prossimi anni ancora motore per la società afgana, con grandi novità, nella linea della continuità. Due delle imprese costituite presso la struttura saranno immesse sul mercato. Una scuola guida per donne, ancora in fase di valutazione, ha suscitato la curiosità dei giornalisti e ottenuto apprezzamento da parte del ministro, il quale ha promesso di assumere le prime autiste formate.
Anche la struttura stessa del Giardino presenterà un nuovo volto, frutto della collaborazione di diversi organismi: il Centro, riabilitato da alcune Ong con fondi dell'agenzia Usa per lo Sviluppo internazionale (Usaid), e un nuovo asilo costruito dalla Cooperazione italiana saranno pronti per la cerimonia di apertura tra qualche settimana. Un Giardino che porta in sé le storie delle donne, che ricorda il passato sul quale si è formato e che per la prima volta, si apre al futuro: l'orario di apertura sarà infatti prolungato alla sera e sarà aperto anche agli uomini. Le donne che da anni vi lavorano, che in esso hanno imparato a conoscere poco a poco il mondo là fuori, vogliono dare un segnale a tutta la città di Kabul.
Sono come le rose della capitale afgana: finito l'inverno in cui restano protette e chiuse in sé stesse, sbocciano poco alla volta. Il colore delle rose di Kabul è intenso, prezioso, unico...La visita si è conclusa con una colazione firmata "Ristorante Amesha" (una delle imprese nate con il sostegno della Cooperazione italiana): il primo e unico ristorante a gestione femminile, che integra "Italian and Afghan style".

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