Firmata una convenzione per la promozione su tutto il territorio di attività per la diffusione della pratica agonistica come strumento di recupero psicofisico e sociale delle persone disabili.
Il presidente Sartori: "Un'intesa strategica per l'istituto a favore di un movimento che non smette di farci sognare"
ROMA - Francesca Porcellato. Gianmaria Dal Maistro. Enzo Masiello. Melania Corradini. Cecilia Camellini. Fabio Triboli. E, naturalmente, Stefano Lippi.
Sono solo pochi nomi - scelti a caso in una lista che, giorno dopo giorno, diventa sempre più lunga - di grandi atleti dello sport italiano. Atleti con disabilità. Atleti eccezionali. Atleti che - in un momento in cui la nazionale (milionaria) di calcio realizza in Sudafrica il peggiore risultato della sua storia - si allenano in silenzio, spesso lontani da flash e telecamere. Vincendo medaglie su medaglie.
E anche sul loro esempio - e per diffondere quanto più possibile il loro esempio - che INAIL e Cip hanno firmato questa mattina, a Roma, un importante protocollo in materia di sport e riabilitazione. Un protocollo che vede INAIL investire per tre anni la cifra di circa un milione e mezzo di euro per sostenere un arco variegato di attività, in buona parte realizzate col Cip: dalla ricerca scientifica, alla promozione, a grandi eventi e competizioni. L'obiettivo non è solo ampliare la schiera dei futuri campioni (anche perché Londra 2012 è vicina), quanto coinvolgere nel maggior modo possibile tanti ragazzi e ragazze, tanti uomini e donne disabili che possono trovare nell'attività sportiva un motivo straordinario di reinserimento sociale e di recupero fisico e psichico.
Come dice Luca Pancalli, presidente del Cip, "per portarli fuori di casa e non lasciare che vivano tutto il tempo dietro lo schermo di un computer"."Questo protocollo è un risultato di straordinari a importanza per il mondo dello sport e della disabilità in particolare", ha dichiarato il presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori, illustrando i contenuti dell'intesa. "Il nostro Istituto da 50 anni è impegnato nel sostegno dello sport come percorso di reintegrazione degli infortunati e oggi realizziamo un essenziale salto di qualità nella possibilità di stimolare questa realtà.
Le prime paralimpiadi di Roma del 1960, promosse anche grazie all'INAIL, videro in gara circa 200 atleti. Le ultime di Pechino oltre 4mila. Proprio per questo movimento che non smette di sognare, e di farci sognare, l'Istituto ha voluto impegnarsi al massimo e sono certo che da questa convenzione arriveranno risultati eccellenti".Sartori ha precisato come l'intesa col Cip sia un esempio di "sinergia totale". "Ognuno manterrà le sue competenze e nessuno invaderà i campi dell'altro", ha aggiunto.
"Il Cip ha fatto tantissimo per la promozione dello sport a favore della disabilità e l'intesa è davvero totale. Da parte nostra metteremo finanziamenti e la capacità di ricerca del nostro Centro protesi di Vigorso di Budrio - un fiore all'occhiello dell'INAIL che, il prossimo anno, festeggia i primi 50 anni di vita - in tante attività che favoriranno questo grande movimento su tutto il territorio".Il presidente dell'INAIL non ha esitato a definire la convenzione "strategica". "L'Istituto farà un grande sforzo per realizzare una ricerca che produca una tecnologia all'altezza dei massimi livelli internazionali oggi esistenti", ha continuato.
"La riabilitazione rappresenta un punto fondamentale del nuovo piano industriale e finalmente stiamo arrivando alla creazione del polo della salute e sicurezza: l'intesa col Cip si inserisce in questa prospettiva e, lo ripeto, presto ne vedremo i risultati".Grande soddisfazione è stata espressa anche dal Cip. "Credo profondamente nel rapporto con l'INAIL e sono davvero grato all'Istituto: non tanto per l'impegno economico consistente che pure ci garantisce, quanto per la convinzione che ha sempre manifestato in questo progetto", ha sostenuto Luca Pancalli.
"Da uomo di sport, infatti, credo che sia proprio la convinzione l'elemento più importante in tutto quello che si fa, perché solo così si può trasmettere entusiasmo agli altri. Adesso, grazie all'INAIL, la squadra di chi crede che lo sport sia uno strumento di recupero straordinario per chi è disabile si è allargata in modo essenziale. Questa che firmiamo oggi non è solo una magnifica opportunità per vincere sempre più medaglie, ma soprattutto per consentire a tanti giovani di scoprire che la loro vita non è finita in quel tragico momento dell'incidente".Secondo Pancalli il bacino dei potenziali interessati in Italia - tra bambini e uomini fino a 40 anni di età - è di circa un milione di persone.
"La Germania - che investe tantissimo nella riabilitazione - ha 300mila tesserati nel proprio Cip nazionale, l'Italia solo 80mila", ha continuato. "Da qui nasce anche il nostro rapporto con l'INAIL: dalla sua grande capacità di intervento su tutto il territorio e dalle potenzialità che può garantire in termini di ricerca scientifica e di promozione. La difficoltà principale contro cui dobbiamo combattere è il riuscire a diffondere il nostro messaggio a quante più persone possibili. Non condanniamo tanti giovani a passare la vita dietro un computer, piuttosto estendiamo ovunque - dal Nord a un Meridione, anche qui penalizzato - le possibilità e le occasioni per un loro vero recupero.
Questa intesa con l'INAIL parte davvero con i migliori auspici e facciamo molto affidamento sul know how dell'Istituto e l'esperienza del Centro di Vigorso.
L'INAIL oggi rientra piamente nel mondo dello sport e ne rappresenta una realtà incontestabile: lavoreremo insieme per non smettere di sognare, come dice Sartori, ma soprattutto per fare capire a tutti quanto lo sport sia uno strumento di vita straordinario e che non conosce differenze".(ls/roma)