"Le aree protette sono già allo stremo. I finanziamenti attuali coprono già con difficoltà i costi della gestione e dell'organizzazione di questi preziosi presidi di biodiversità. Ridurre del 50% le risorse vuol dire condannare i parchi all'immobilità se non alla chiusura". Così Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente ha commentato la misura introdotta nella Finanziaria che, di fatto, condannerebbe il futuro delle aree naturali protette in Italia, a margine dell'incontro avvenuto al Senato, tra i rappresentanti dei Parchi e i gruppi parlamentari.
"Solo attraverso una nuova politica basata su concreti investimenti strategici e valorizzazione delle qualità territoriali, sarà possibile rilanciare con criterio la funzione degli enti preposti alla salvaguardia della natura e della biodiversità. La mannaia del Maxi-emendamento invece, rischia di abbattersi non solo sulle esperienze positive di tutela del paesaggio e delle parti più fragili del nostro territorio, ma anche di condannare un pezzo significativo dell'economia legata al turismo sostenibile, alle produzioni agroalimentari di qualità, alle attività educative e formative per i giovani".