Alle 2.22 della notte del 30 giugno lo Stato di Oaxaca, in Messico, è stato scosso da un terremoto di 6.4 gradi Richter, il secondo nell'ultima settimana, che aveva giá registrato un'altra scossa inferiore ai 5 gradi Richter. "Benché questa seconda scossa a causa della sua lunghezza e intensitá abbia spaventato tutti - spiega da Oaxaca Rosanna Stanchi, responsabile di AVSI in Messico - i nostri bambini e le loro famiglie del quartiere di Monte Albán stanno tutti bene".
E' invece grave la situazione della mensa per i bambini di Monte Albán dove a conseguenza di quest'ultima scossa c'é stata una nuova frana: i massi caduti dalla collina adiacente all'edificio sono arrivati a danneggiare le tuberie dell'acqua della cucina. Fortunatamente il crollo è avvenuto di notte, quando nell'edificio non c'era nessuno.
Questi ultimi fatti obbligano AVSI ad accelerare al massimo la costruzione del nuovo edificio che potrá così ospitare il Centro educativo di Sviluppo Comunitario, a partire dal nuovo anno scolastico, uno degli obiettivi della Campagna Tende.
Per dare continuità al lavoro in corso a favore dei bambini e delle mamme della comunità di Monte Alban è fondamentale la costruzione di un nuovo centro educativo più ampio, che possa accogliere così la mensa e le attività nutrizionali, l'asilo, il doposcuola e tutte le attività con le mamme. I vecchi spazi non sono più adeguati e oggi dopo quest'ultima frana la situazione e nuovamente peggiorata. Dijo, parttner di AVSI in Messico, ha già acquisito il terreno, ora si sta procedendo alla costruzione per un nuovo spazio di bellezza.
LA STORIA
Siamo in Messico, nella periferia di Oaxaca, a soli 2 km dai famosi siti archeologici di Monte Albán dell'epoca pre-ispanica, il quartiere dove AVSI lavora dal 2003 con il suo partner locale Dijo (Desarrollo Integral de la Juventud Oaxaquena) e anche con Cesal, ong spagnola partner del network.
Oggi Monte Albán è uno degli insediamenti urbani più problematici: qui 6mila persone vivono in condizioni di grande povertà. Le case sono fatiscenti, hanno pavimenti di terra, muri di cartone e tetti di lamiera. I servizi alla persona sono inesistenti e le condizioni igieniche evidenziano gravi disagi sociali. Oltre a essere denutriti, i bambini hanno i pidocchi, parassiti e altre malattie della pelle. La maggior parte delle famiglie è formata da ragazze madri, che hanno il compito di mantenere l'economia familiare; i loro figli sono lasciati soli e molti, già dai 3 anni, iniziano a lavorare. L'abbandono scolastico è alto come l'analfabetismo degli adulti. Una società dura nella quale vivere è difficile. Gli atti di nascita non sono previsti e così i figli non possono essere iscritti a scuola. In mancanza di una proposta per un futuro migliore, l'area è caratterizzata dalla violenza, anche armata, di bande sempre più giovani.
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L'inizio è stato quasi sommesso: - ricorda Rossana Stanchi - grazie al sostegno a distanza si è iniziata a distribuire quotidianamente la colazione a una trentina di bambini in una stanzetta. Eravamo stati chiamati nel quartiere per aiutare i ragazzini a fare i compiti, ma ci rendemmo subito conto che non avevano da mangiare. Raramente andavano a scuola con una quantità di calorie sufficienti per permettere loro l'attenzione necessaria per imparare." Nasce così una mensa per 50 bambini. Successivamente prendono il via attività prescolari e di doposcuola, formazione per le mamme e miglioramento delle strutture delle case.
Tutte le mattine Adriana dà il benvenuto ai bambini, che sono già diventati 300, con una sorta di cinegiornale. Li mette tutti insieme e raccontando loro le principali notizie del mondo trasmette conoscenza e valori. I più piccoli arrivano con le mamme per consumare non più una colazione, ma un pasto completo. Le madri poi imparano anche nozioni nutrizionali e di igiene, e vengono coinvolte in attività professionali. I laboratori artigianali, hanno avuto grande successo, tanto che il 2 giugno per la festa della Repubblica italiana è stato allestito all'ambasciata italiana a Città del Messico un punto espositivo per la vendita delle borse di stoffa realizzate e il Centro culturale italiano le propone come esempio di intraprendenza femminile. "Coinvolgendo le mamme in queste attività si entra in una relazione più profonda e attraverso il lavoro vengono valorizzate. - Afferma Manuela Bressan di AVSI in Messico - Ma non si tratta solo di insegnare a fare bene una borsa o ad aprire un negozio di parrucchiera: stiamo parlando di formazione umana. La prima fragilità è la loro persona, è fondamentale quindi sostenerla nel suo consolidamento."