"Il ddl Intercettazioni non solo costituisce una vera e propria censura all'informazione e un danno alla consapevolezza dei cittadini, ma rappresenta anche un grave ostacolo nella lotta alla criminalità. La vittoria sull'ecomafia passa, infatti, dagli strumenti di indagini consentiti alle forze dell'ordine, primo fra tutti la possibilità di fare ricorso alle intercettazioni, ma anche dal ruolo attivo dei cittadini che hanno il diritto di sapere quali danni si stanno consumando sul proprio territorio".

Per queste ragioni Legambiente aderisce e partecipa alla manifestazione di Roma contro il ddl Intercettazioni.

"E' merito delle intercettazioni se sono state scoperte le modalità operative dell'ecomafia, le rotte dei rifiuti tossici, la pratica del calcestruzzo depotenziato, le navi dei veleni, gli avvelenamenti compiuti su larghe porzioni del nostro territorio - ha proseguito Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente. Di 154 inchieste concluse fino ad oggi sul reato di traffico di rifiuti, ad esempio, la quasi totalità si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali. Con la riforma prevista, invece, l'utilizzo dello strumento delle intercettazioni sarà depotenziato e ridotto a un fardello burocratico impossibile da gestire. Le indagini per le inchieste sui traffici di rifiuti diventeranno una sorta di percorso ad ostacoli snervante e complicato che limiterà drasticamente l'attività investigativa, costringendo i magistrati a riempire carte e documenti piuttosto che fare indagini, garantendo ai criminali nuove opportunità di impunità".

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