Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) ha depositato al Ministero dello Sviluppo Economico le proprie osservazioni sul Piano nazionale di Azione Per le Energie Rinnovabili (P.A.N.P.E.R.). L'Italia ha assunto l'obiettivo, da raggiungere entro l'anno 2020, di coprire con energia da fonti rinnovabili il 17% dei consumi finali lordi.

Per Francesco Luongo, responsabile Energia del Movimento Difesa del Cittadino, "il documento va necessariamente integrato perché così com'è ignora completamente le reali necessità dei consumatori avendo un approccio meramente quantitativo".

"In particolare, - continua Luongo - il piano non tiene conto di quanto è stato fatto sino a oggi da centinaia di comuni e di privati cittadini sul fronte delle energie alternative prevedendo future misure correttive del preesistente che potrebbero compromettere gli investimenti fatti sino ad oggi. Il proposto sviluppo di reti di teleriscaldamento, la diffusione di cogenerazione con maggiore controllo dell'uso del calore, l'immissione di biogas nella rete di distribuzione di gas naturale non può prescindere da politiche energetiche che tengano conto delle peculiarità esistenti e richiederanno interventi di sostegno economico da parte dello Stato, non potendo certo gravare il costo del raggiungimento degli obiettivi sulle tasche dei cittadini queste davvero "al verde"".

Per il Movimento Difesa del Cittadino, anche alle rinnovabili va esteso il potere dell'Autorità per l'energia di emanare norme di garanzia tariffarie, di qualità e relative ai contratti degli utenti oggi esistenti solo per le fonti tradizionali.

L'associazione considera preoccupante e pericolosa la possibilità prevista nel Piano di discriminare l'elettricità eventualmente proveniente dall'estero sulla base di criteri legati ai costi di produzione ottenibili nei propri stati di origine. Vanno, invece, privilegiati gli interventi sul miglioramento della filiera energetica nazionale.

MDC conclude chiedendosi quali saranno poi i reali vantaggi per l'Italia dalle recenti acquisizioni societarie di operatori energetici nei Balcani, come avvenuto in Montenegro con la Elektroprivreda il cui import energetico dovrebbe partire nel 2016. "Non vorremmo - sottolinea Francesco Luongo - che questa parte del piano ponga le basi per la remunerazione pubblica di investimenti privati anche in questo caso in assenza totale di controlli e verifiche trattandosi peraltro di soggetti non operanti nel paese ed estranei alla UE".

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