L'economia può incidere sulla felicità e sul ben-essere delle persone, e in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, è particolarmente evidente quanto la sfera economica possa divenire una minaccia per la serenità degli individui. Eppure, come una serie di studi ha dimostrato nel corso degli ultimi 30 anni, non è la variazione della ricchezza il determinante principale delle variazioni della felicità individuale riportata dalle persone.
L'influenza dell'economia sul benessere individuale, inoltre, non si esaurisce con la produzione di ricchezza, ma interessa sempre più le mutate dinamiche di produzione del valore tipiche dei sistemi economici contemporanei (definiti post-moderni) in cui la dimensione identitaria diviene centrale.
Per lungo tempo, lo studio dell'economia ha fatto riferimento a un concetto di felicità e benessere interamente identificabile e caratterizzabile in termini di aumento della ricchezza individuale. Parallelamente, a livello macro, la "società del benessere" incarnava l'idea per cui l'aumento della ricchezza economica e dei livelli di consumo si sarebbe tradotto nell'aumento del grado di felicità degli individui e dell'intera società. Dagli anni ?70, tuttavia, una serie di studi ha evidenziato nelle economie avanzate la presenza di mancanza di appagamento pur nell'abbondanza di beni. Paradossalmente, l'aumento dei redditi individuali che si era registrato in tutte le economie occidentali dal secondo dopoguerra in poi e la possibilità degli individui di soddisfare un sempre maggior numero di bisogni non si erano tradotti in un aumento della felicità individuale. Questo fenomeno, identificato come "paradosso della felicità", fu messo in luce per la prima volta nel 1974, da Richard Easterlin.
Egli documentò come, all'aumentare del reddito, il livello di felicità riportato dagli individui aumenta fino a un certo punto oltre il quale comincia a diminuire. Una serie di studi successivi ha confermato che la felicità delle persone dipende poco da variazioni di reddito mentre appare notevolmente più legata ad altri fattori come le relazioni personali con familiari e amici, la partecipazione in organizzazioni e associazioni, le comparazioni relative, etc.