Milano, 30 giugno 2010 - L'Italia è sotto esame perché ha ignorato le indicazioni del Consiglio dell'Unione Europea per la ratifica di un importante strumento per la tutela dei minori: la Convenzione de L'Aja del 1996; sarà per questo richiamata dal Consiglio dell'Unione Europea lunedì 5 luglio per fare il punto sullo stato di ratifica della Convenzione.
Si tratta dell'unico trattato che si applica alla quasi totalità dei provvedimenti relativi ai minori in difficoltà, creato per contribuire a fondare uno spazio giudiziario comune. Uno strumento che, se applicato, permetterebbe di dare risposta a un'infinità di situazioni irrisolte in cui si trovano oggi migliaia di bambini in difficoltà familiare: minori non accompagnati, bambini che provengono da Paesi colpiti da catastrofi naturali o eventi bellici, minori in kafala (strumento di tutela dell'infanzia dei Paesi del Nord Africa), minori in difficoltà familiare che non sono ancora stati adottati.
Il termine entro il quale l'Italia e altri otto Paesi (Austria, Belgio, Gran Bretagna, Grecia, Lussemburgo, Spagna, Svezia e Malta) avrebbero dovuto ratificare la Convenzione era stato fissato dal Consiglio dell'Unione Europea al 5 giugno 2010. La Direzione Generale JLS della Commissione Europea aveva per questo sollecitato il 24 giugno i Paesi non ratificanti affinché provvedessero alla ratifica della Convenzione. Spagna e Gran Bretagna sono stati i primi due Paesi ad annunciarne l'imminente ratifica.
Nessun segnale ancora dall'Italia.
"L'Italia dovrebbe seguire l'esempio positivo di Spagna e Gran Bretagna, tracciando la strada per la ratifica di questo fondamentale strumento di tutela dei minori in difficoltà. Per la prima volta una Convenzione riconosce che il supremo interesse del minore deve essere al di sopra delle difficoltà che incontrano gli ordinamenti nel dialogare tra loro, obbligando gli stati aderenti a trovare uno spazio giuridico comune al Paese di origine e a quello di residenza del minore. Questa convenzione, se applicata, avrà una portata storica perché permetterà di togliere da un limbo migliaia di minori in difficoltà familiare." ha dichiarato Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.