Alla chiusura del vertice G8 2010, AMREF giudica insufficiente la "Muskoka Initiative", il nuovo piano di aiuti G8 per sostenere la salute materno-infantile nei Paesi in via di sviluppo annunciato dal primo ministro canadese. «L'attenzione per la salute materno-infantile, e in particolare l'intento dichiarato dal G8 di affrontare il problema attraverso il rafforzamento dei sistemi sanitari, è senz'altro un segnale positivo - spiega Giulia De Ponte, responsabile advocacy di AMREF Italia - Tuttavia i fondi addizionali mobilitati dagli Otto, che ammontano a 5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, sono di oltre quattro volte inferiori rispetto alle aspettative di AMREF e di altre organizzazioni della società civile, che nei giorni precedenti il vertice avevano chiesto di raddoppiare gli aiuti internazionali destinati alla salute di madri, neonati e bambini».
Nel piano canadese manca inoltre un riferimento forte al fatto che per sostenere la salute di madri e bambini sarà necessario investire massicciamente nella formazione e nel sostegno del personale sanitario: questo comprende non solo medici, ma anche - e soprattutto - ostetriche, infermiere e personale sanitario di comunità, che devono ricevere un adeguato compenso ed essere integrati all'interno dei sistemi sanitari nazionali. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato, ad esempio, che servono 334mila ostetriche per assicurare l'accesso universale a personale ostetrico qualificato entro il 2015 e almeno il doppio per assicurare l'accesso a un pacchetto completo di servizi di salute sessuale e riproduttiva. «Sappiamo che avere accesso a personale sanitario adeguatamente formato e motivato nel quadro di servizi sanitari di base ben attrezzati e ad accesso gratuito - afferma da Toronto John Nduba, responsabile per la salute materno-infantile di AMREF - ha effetti immediati sul miglioramento della salute di madri e bambini in Africa».
AMREF non è oggi al corrente di quale sia l'impegno finanziario del governo italiano nel quadro della Muskoka Initiative. Quello che è certo è che il nostro Paese non si è presentato al G8 come un partner di sviluppo credibile, essendo giunto al vertice senza aver saldato i conti con il Fondo Globale per la lotta a Hiv, Tubercolosi e Malaria per circa 280 milioni di euro, e senza un piano per riallineare le scarsissime risorse messe a disposizione per l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo con gli impegni presi con la comunità internazionale.