Il 1 luglio saremo di nuovo in piazza, a Roma e in altre città italiane ed europee.
Il governo sembra infatti deciso stringere i tempi di approvazione del Ddl intercettazioni e a procedere, anche a colpi di fiducia, con i tagli alla cultura.

Il fronte della protesta è amplissimo. Giuristi, editori, giornalisti, sindacati, associazioni hanno con forza denunciato come il Ddl Alfano, se passasse senza sostanziali modifiche, limiterebbe sia i poteri investigativi di polizia e magistratura, sia il diritto/dovere a informare degli organi di stampa e dunque la possibilità dei cittadini a conoscere per formarsi liberamente un'opinione.

Verrebbero colpiti principi fondamentali della nostra Costituzione, per imporre il silenzio e l'impotenza ad agire nei confronti di un potere che si sta rivelando sempre più corrotto e privo di qualsiasi etica pubblica. Si tornerebbe al sistema delle autorizzazioni e censure, contro il quale i nostri costituenti stabilirono un argine con l'articolo 21 della Carta.

In realtà, sotto attacco c'è l'intero impianto costituzionale: l'articolo 21, come quelli che riguardano i diritti nel mondo del lavoro, l'articolo 3 sull'uguaglianza di tutti i cittadini, come il diritto all'istruzione, la tutela dei beni artistici come il diritto alla cultura. Né Berlusconi fa nulla per nascondere il fastidio verso una Costituzione che gli "impedisce di governare", poiché impone il controllo del Parlamento e la separazione dei poteri come in tutte le democrazie.

I tagli alla cultura non sono solo una conferma della scarsissima importanza che questo governo assegna alla formazione, ma sono anche emblematici dell' insofferenza per qualsiasi forma di confronto critico e di partecipazione attiva dei cittadini.

In gioco c'è dunque la qualità del nostro sistema istituzionale e democratico e di questo per fortuna c'è una consapevolezza sempre maggiore.

Il 1 luglio sarà una tappa importante della "rivolta" pacifica che coinvolge sempre più soggetti e che si esprime in tante forme diverse, nelle piazze e nei luoghi di lavoro, nei teatri e nelle università, sul web o sulle prime pagine dei giornali listate a lutto.

L'Arci sarà a Piazza Navona e sosterrà tutte le iniziative promosse per difendere la libertà e la democrazia.


Di seguito, il testo dell'appello del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione e alla conoscenza.

Una grande mobilitazione per dire no al disegno di legge Alfano, che ostacola il lavoro di magistrati e giornalisti e rende i cittadini meno sicuri e meno informati; per dire no ai tagli alla cultura italiana previsti dalla manovra economica.

Una manifestazione per far sentire che non può essere sottratto al Paese il racconto di vicende giudiziarie di rilievo pubblico, pur nel rispetto del diritto delle persone alla riservatezza; per respingere gli interventi punitivi ai danni della produzione culturale e salvaguardare il diritto dei cittadini alla conoscenza; per contrastare il pericolo di chiusura di testate giornalistiche colpite dall'indiscriminata riduzione dei fondi pubblici; per tenere accese le luci dei media sul mondo del lavoro e sui drammatici effetti della crisi.

Un'iniziativa a difesa della Costituzione, per dare voce ai tanti soggetti e temi che rischiano l'oscuramento.

Il video Arci che promuove la manifestazione:
http://www.youtube.com/user/carluzzo#p/a/u/0/073h45nYPKo

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