È necessario, infatti, arrivare ad avere un sistema fiscale che tenga conto del reale costo dei figli, sia che lo si faccia attraverso il quoziente familiare sul modello francese, sia che lo si realizzi con l'introduzione del Bif (Basic Income Familiare), per porre così fine ad una discriminazione accertata da oltre 30 anni in base a tre sentenze (n.179 del 1976, la n. 12 del 1998 e la n.358 del 1999) della Corte Costituzionale.
Altro punto importante è la mancanza di una norma adeguata che preveda la possibilità del genitore di godere di permessi orari, retribuiti o non, per concretizzare il proprio diritto/dovere di seguire nel migliore dei modi possibile il proprio figlio e il suo andamento scolastico. Al momento infatti, i genitori non possono usufruire di permessi per parlare con gli insegnanti e lo stesso accade per quanto concerne la malattia dei bambini: ad oggi, infatti, i congedi parentali per genitori con figli di età superiore ai 3 anni prevedono un'indennità pari al 30% della retribuzione per un periodo di astensione massimo complessivo per i due genitori di 10 mesi, mentre chi ha un figlio di età superiore agli 8 anni non ha diritto ad alcun congedo parentale ma può contare solo sulla possibilità di prendere delle ferie, nonostante sia impensabile che un bambino di 10-12 anni ammalato possa rimanere a casa da solo.
Il Moige auspica quindi che questo sia un primo passo per supportare concretamente i genitori e dare loro la possibilità di esercitare adeguatamente il proprio diritto/dovere di cura dei propri figli.
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