La stima nel documento finale di Montecitorio nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui fenomeni di distorsione del mercato: 175miliardi di euro il denaro "evaso" da camorra & C., mentre immigrati e giovani in cerca di prima occupazione le categorie più coinvolteROMA - Oltre un terzo del Prodotto interno lordo. Ma - includendo il cosiddetto sommerso "criminale" - ovvero il 'fatturato' prodotto da mafia, 'ndrangheta, camorra e sacra corona unita, e pari circa 175 miliardi di euro annui - si arriva a una dimensione del 50% del Pil. E' questo il dato clamoroso emerso oggi, a Roma, nel corso dell'indagine conoscitiva sui fenomeni di distorsione del mercato del lavoro presentata dalla commissione Lavoro della Camera nell'ambito.Categorie sociali e settori produttivi. Le categorie più coinvolte nel sommerso sono gli immigrati (27%) e i giovani in cerca di prima occupazione. Lavorare in nero, però, non riguarda solo i clandestini (un quarto del totale, pari a 800mila persone), ma gli stessi extracomunitari legalmente presenti nel territorio. In quest'ultimo caso, peraltro, rileva Montecitorio, non di rado i datori di lavoro tendono a mantenere in nero anche forme di occupazione stabili e, addirittura, regolari, non dichiarando per intero le caratteristiche del lavoro. Nella disamina dei dati della immigrazione del Paese, si è inoltre rilevato che essa non è più prevalentemente extracomunitaria, ma è, almeno per il 50%, di origine europea, relativa a Paesi appena entrati o in procinto di entrare nell'Unione europea (evidente è il caso della Romania). I dati relativi alla presenza del lavoro sommerso nei diversi settori produttivi, individuano nel lavoro domestico il settore a più alta incidenza (37%), seguito dall'agricoltura (26%), dall'edilizia (circa il 24%), dal tessile (13&) e dalla meccanica (circa l'8&).Nord e Sud, tra "fuori busta" e irregolarità endemiche. La composizione del sommerso varia a seconda del livello di sviluppo delle strutture economiche di riferimento, per cui si può configurare una tipologia di sommerso nelle aree del Nord, prevalentemente legato a forme di evasione fiscale e contributiva - connesse soprattutto al secondo lavoro e al 'fuori busta' - e forme di lavoro irregolare diffuso nel Mezzogiorno, che assumono quasi un carattere endemico, a causa dei molteplici fattori di disagio che amplificano il sommerso in quelle zone. In ogni caso il fenomeno ha subito tra il 2001 e il 2006 una contrazione che, in presenza di una moderata espansione della occupazione totale, ha fatto scendere il tasso di irregolarità dal 13,8 al 12%, grazie alle politiche poste in atto per favorire l'emersione, alla semplificazione degli adempimenti contributivi, alla flessibilizzazione dei rapporti di lavoro dipendenti regolari e alle sanatorie di legge a favore dei lavoratori extracomunitari.Montecitorio: "Stranieri: regolarizzare meglio le forme d'impiego". E' "opportuno" investire in modo specifico sulla regolamentazione delle forme di impiego della manodopera straniera, poiché "la presenza di lavoratori extracomunitari risulta significativa proprio in quei settori in cui si registra una percentuale più elevata di lavoro sommerso": così scrive la commissione nel documento conclusivo dell'indagine. Montecitorio innanzitutto segnala come, a fronte di ogni riflessione, figuri il "dato inconfutabile" che la richiesta attuale di manodopera viene considerata come non adeguatamente soddisfatta. Le stesse modalità di ingresso nel Paese "risultano spesso di non facile applicazione e favoriscono il ricorso al lavoro sommerso (che riguarda sicuramente gli immigrati irregolari, ma in misura maggiore quelli regolari con lavoro stabile), ponendo con forza la questione relativa alle modalità di reclutamento di tale manodopera e a come regolamentarne la permanenza nel territorio". ''Nel corso dell'indagine si è così prospettata la necessità - si legge nel documento - di semplificare le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno in favore dei lavoratori stranieri regolarmente presenti sul territorio italiano, agevolando la tempistica e le relative procedure e mettendo, altresì, a disposizione delle imprese una quota di ingressi più rispondente ai bisogni delle stesse".