"Uguaglianza, fraternità, libertà, laicità, democrazia, universalità e mutualità" sono i valori fondanti dell'Anpas, valori scritti negli statuti delle Pubbliche Assistenze da oltre cent'anni. Anpas ha voluto in questo modo accogliere e promuovere le istanze presentate dal comitato organizzatore del Pride di Torino e dai numerosissimi enti e associazioni che a oggi hanno già confermato la propria qualificata e trasversale adesione.
Le minacce sempre più forti che si levano, nell'indifferenza quasi generale, contro i diritti di tutte e di tutti ci hanno spinto a partecipare, il 19 giugno a Torino, alla grande manifestazione unitaria di tutto il movimento Lgbt, delle donne, degli immigrati e delle immigrate, delle laiche e dei laici e di quante e quanti ritengono fondamentali i diritti per la loro vita.
Il titolo della manifestazione è "I diritti sono il nostro Pride" e vogliamo che sia un grande momento per ritrovarci insieme intorno ad alcuni valori forti che non vogliamo siano mai messi in discussione: autodeterminazione, laicità, antirazzismo e antifascismo.
Per la salvaguardia di questi valori, che appaiono sempre meno condivisi dalla classe politica locale e nazionale, non possono schierarsi in modo frammentario singole parti della società civile, ma è interesse di tutte e di tutti concentrare in modo unitario l'azione politica. Vogliamo manifestare per affermare diritti che riteniamo non negoziabili perché sono il fondamento delle libertà soggettive e collettive.
Diritto all'autodeterminazione su di sé e sul proprio corpo, che in concreto significa:esprimere liberamente il nostro orientamento sessuale e la nostra identità di genere;libertà di amare e di scegliere come e con chi vivere;scegliere se vogliamo essere o non essere madri;scegliere come affrontare la malattia e anche la morte;Diritto a scegliere il luogo dove vivere, alla libertà di movimento e a non essere discriminati sulla base della nostra provenienza geografica.
E anchediritto alla salute;diritto a una istruzione e a una formazione pubbliche e laiche per rimuovere le diseguaglianze;diritto al lavoro e alla dignità di tutti i lavori senza discriminazioni e ricatti;diritto ai beni comuni.
Vogliamo che la manifestazione sia anche una festa, per esprimere con orgoglio le nostre molteplici differenze. Per questo abbiamo usato la parola Pride, che viene dalla storia del movimento Lgbt, per estenderla a tutti i soggetti che oggi vedono messi in pericolo diritti che credevano acquisiti.
Invitiamo quindi a una straordinaria mobilitazione per far sentire la voce della società civile che vuole vivere in una Regione e in un Paese laici, antifascisti e che sostengono i diritti, la dignità e la libertà di tutte e di tutti.