La scuola dovrebbe essere il posto più accogliente per un figlio adottivo, subito dopo la sua famiglia; occorre quindi una scuola attenta ai suoi bisogni. E' questo il messaggio emerso durante la prima giornata del convegno promosso a Firenze dalla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) con l'Istituto degli Innocenti dal titolo "RESILIENZA ED APPROCCIO AUTOBIOGRAFICO NELLE ADOZIONI INTERNAZIONALI - L'inserimento scolastico, l'adolescenza, l'adozione di fratelli.
Da una ricerca condotta nel 2003 risulta che l'inserimento scolastico dei figli adottivi avviene in media 100 giorni dopo il loro ingresso in Italia. Il 60% dei bambini entra direttamente nella classe che corrisponde alla sua età, il 40% si inserisce invece con un lieve ritardo, infine per il restante 30% ci sono difficoltà nell'inserimento (principalmente per problemi di tipo linguistico).
Altro aspetto rilevante riguarda le aspettative dei genitori sull'ingresso dei figli adottivi nel mondo della scuola: la maggior parte vorrebbe che l'iscrizione a scuola avvenisse con le stesse modalità dei coetanei, cercando così di forzare le tappe pur di favorire un'integrazione nel gruppo classe.
Importante la formazione degli insegnanti che tuttora sembrano gestire con alcune difficoltà la formazione dei figli adottivi.
Le istituzioni scolastiche sembrano non avere tutti gli strumenti per conoscere il fenomeno dell'abbandono minorile e il mondo dell'adozione, nonostante riguardi da vicino una fetta considerevole della popolazione infantile. Spesso i docenti parlano di adozione con termini impropri o comunque con disagio. L'autobiografia e la possibilità di poter narrare la propria storia familiare, ad esempio, costituiscono due passaggi fondamentali per favorire l'inserimento e l'accoglienza di un figlio adottivo nella sua classe. Sono un modo per superare eventuali tabù o difficoltà nel momento in cui viene spiegata ai compagni la storia familiare del figli adottivo.
In occasione della prima giornata è stato presentato il volume dal titolo "Insieme a scuola. Buone pratiche per l'inserimento scolastico dei bambini adottati" a chiusura di un percorso annuale promosso da CAI e Istituto degli Innocenti che ha coinvolto circa 250 operatori del settore.