Il governo di Gheddafi ha imposto la chiusura degli uffici dell'Agenzia dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) e ha deciso di espellere dal paese il personale non-libico. Lo riferisce la portavoce dell'Unhcr a Ginevra, Melissa Fleming: "Le autorità libiche non ci hanno dato alcuna spiegazione" - ha affermato la portavoce dell'agenzia in una dichiarazione dall'ufficio dell'Unhcr di Ginevra. "Questa decisione ci dispiace, perché pensiamo di avere un gran lavoro da fare per protegger e prestare assistenza ai rifugiati e richiedenti asilo" - ha aggiunto Fleming.
La notizia è stata confermata dalla portavoce italiana dell'Unhcr, Laura Boldrini. "L'ufficio è chiuso da mercoledì, ci auguriamo che sia una chiusura temporanea. Siamo lì da 19 anni su richiesta delle autorità libiche anche se non siamo mai stati ufficialmente riconosciuti" - ha detto Laura Boldrini. Nell'ufficio, ha riferito la portavoce, lavorano tre funzionari internazionali e una ventina di libici.
"La Libia - ha ricordato Boldrini - non ha firmato la convenzione di Ginevra del 1951 sui diritti dei rifugiati e non ha una legislazione in materia di asilo. Noi facciamo, nei limiti del possibile, la registrazione dei richiedenti asilo e la procedura per determinare il loro status. Abbiamo accesso a dei centri di detenzione dove sono rinchiusi i richiedenti asilo, ma non a tutti, e forniamo assistenza materiale. Abbiamo delle difficoltà ad operare, ma siamo stati in grado in questi anni di riuscire a dare un supporto a questi rifugiati. Venendo a mancare l'Unhcr si crea un vuoto" - ha sottolineato la portavoce italiana.
Il Ministero degli Esteri ha manifestato "sorpresa" per la decisione libica. "Quando abbiamo appreso la notizia siamo rimasti molto sorpresi" - ha detto all'agenzia Asca Margherita Boniver, presidente del Comitato parlamentare Schengen. "Il ministro Frattini ha già chiesto alla Libia delle spiegazioni che però finora non sono arrivate" - ha aggiunto. La Boniver ha ricordato inoltre che durante la recente missione italiana in Libia gli interlocutori libici avrebbero detto che "la cooperazione sulla questione dell'immigrazione, sia per il rapporto bilaterale con l'Italia sia per l'Unione Europea, è in pieno svolgimento". Secondo la rappresentante della Farnesina "da parte libica c'è la massima collaborazione sull'immigrazione".
Il Consiglio italiano per i rifugiati (CIR) si è detto "molto preoccupato" per l'interruzione delle attività dell'Unhcr in Libia. La decisione del ministro degli Affari Esteri libico di chiudere la delegazione dell'Unhcr - riporta un comunicato del CIR - è stata già oggetto di una lettera indirizzata il 1 giugno al ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, a firma del presidente del Cir, Savino Pezzotta, e del direttore, Christopher Hein. Il CIR è partner dell'UNHCR Tripoli per l'attuazione di un importante progetto triennale, iniziato nell'aprile 2009, e che ha già prodotto notevoli passi in avanti nella direzione della protezione di rifugiati e migranti in Libia e della gestione dei flussi migratori.
Intanto la ong Save the Children ha denunciato il rinvio in Libia, ieri, di un barcone intercettato da una motovedetta libica e 'scortato' a terra con a bordo un bimbo di pochi mesi. Save the Children ha chiesto "immediati chiarimenti al Governo italiano" sul mancato soccorso degli stessi migranti dalle autorità maltesi né da quelle italiane. L'imbarcazione, la cui richiesta di soccorso sarebbe arrivata alla guardia costiera tramite l'Unhcr che aveva avuto segnalazioni dirette di alcuni familiari dei migranti, non ha ricevuto alcun soccorso fino all'intervento della motovedetta libica.
L'organizzazione, oltre a ribadire le preoccupazioni gia' espresse in passato sul coinvolgimento di minori nelle operazioni di rinvio in Libia di migranti, rileva "la gravita' di un'operazione messa in atto dalle autorita' libiche in acque internazionali". Save the Children ricorda che in base alle convenzioni internazionali "deve essere sempre garantito il soccorso in mare dei migranti rintracciati in acque internazionali e il trasferimento in un luogo sicuro".
Anche la stessa Unhcr dall'ufficio di Ginevra ha espresso a Malta e Italia la propria "preoccupazione per il ritardo nei soccorsi dell'imbarcazione, rimasta più di 24 ore senza aiuto, fino a fare affidamento alle autorità libiche nonostante fosse in acque di competenza maltesi e comunque distanti sole40 miglia nautiche dalle coste italiane". [GB]