L'annuncio della vittoria di Mahmoud Ahmadinejad nelle elezioni presidenziali del 12 giugno 2009 ha provocato diffuse proteste in tutto l'Iran. La violenta repressione che ne è seguita non ha precedenti.  Secondo fonti ufficiali, oltre  40 persone sono morte durante le manifestazioni, ma Amnesty International ritiene che il numero delle vittime sia molto più alto. 
 
Sono oltre 5000 le persone arrestate; molte sono state sottoposte a torture e maltrattamenti, decine e decine condannate a pene detentive e, in alcuni casi, anche alle frustate, al termine di processi iniqui. Sono state 12 le condanne a morte emesse, una delle quali commutata in pena detentiva e due eseguite il 28 gennaio.
 
In occasione del 12 giugno, Amnesty International si mobilita in tutto il mondo per chiedere la liberazione dei prigionieri di coscienza, detenuti solo per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà di espressione e di associazione, come Ahmad Zeidabadi, Abolfazl Abedini Nasr, Shiva Nazar Ahari, Emadeddin Baghi, Hengameh ShahidiMohammad Amin Valian, Majid Tavakkoli e Sayed Ziaoddin (Zia) Nabavi.

In Italia, l'appuntamento è a Roma, venerdì 11 giugno, dalle 18.00 alle 20.00, di fronte all'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran, in via Nomentana 361.
 
Ogni partecipante riceverà una foto con il voltodi uno degli otto prigionieridi coscienza per chiedere insieme ad Amnesty International la fine della repressione in Iran e il rispetto dei diritti umani. Per partecipare alla mobilitazione globale per l'Iran, scrivere a action@amnesty.it.
 
Previste altre iniziative: martedì 8 giugno, si terrà a Roma l'incontro "I diritti umani in Iran a un anno dalle elezioni del giugno 2009" e a Napoli l'iniziativa "L'Iran tortura la cultura". 

Per firmare gli appelli per la liberazione dei prigionieri di coscienza in Iran, alla pagina:
http://www.amnesty.it/giugno_2010_giornata_globale_per_Iran  

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