A Bonn il responsabile Onu sul cambiamento climatico
De Boer raffredda gli animi ma non il clima. Dopo il fallimento di Copenhagen a Bonn si profila
il peggior disastro ambientale che la storia ricordi.
Lanciata l'agenda dei movimenti sociali: tra le prime iniziative il prossimo 11 giugno a Genova, in  vista del 12 ottobre, Giornata di azione globale sui diritti della Madre Terra
 
[fair] da Bonn, 08 giugno 2010 - Come per Copenhagen anche nei negoziati ONU sul cambiamento climatico l'aria che si respira è di un nuovo nulla di fatto. Ad oggi nessun avanzamento significativo in una tappa intermedia che avrebbe dovuto mettere sul piatto i primi ingredienti per la ricetta di taglio delle emissioni di gas serra e di finanziamento per un modello di sviluppo più sostenibile, che si dovrà cucinare alla prossima Conferenza delle Parti che si terrà a Cancun nel dicembre 2010.
In una dichiarazione rilasciata alle agenzie, il responsabile clima Onu Yvo De Boer, dimissionario e a breve sostituito da Christiana Figueres non dà spazio a speranze "non vedo un processo che possa portare ad adeguati obiettivi di mitigazione per i prossimi dieci anni", dove come "mitigazione" si intendono gli obiettivi di taglio delle emissioni di gas climalteranti, che per i paesi industrializzati sono stati identificati in un taglio fino al 40% entro il 2020 sui livelli del 1990, e che potrebbero essere un passo sostanziale per dare concretezza a negoziati fino ad oggi ben poco efficaci.
"La dichiarazione di De Boer dimostra quello che a Copenhagen stavamo denunciando", dice Monica Di Sisto, rappresentante dell'organizzazione equosolidale Fair che all'interno del network internazionale Climate Justice Now! segue i negoziati a Bonn. "Non esiste attualmente una leadership politica degna di questo nome. Il non-accordo di Copenhagen è stato uno strappo alle regole democratiche, e la stanchezza e l'inadeguatezza con cui si svolgono questi negoziati rischiano di tarpare le ali ad ogni accordo concreto e legalmente vincolante per contrastare il cambiamento climatico".
Recenti studi commissionati dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) e dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) dimostrano che se il tasso di emissioni non dovesse diminuire, l'aumento della temperatura media porterebbe entro il 2020 una diminuzione di oltre il 50% della resa delle coltivazioni agricole in Africa subsahariana con impatti devastanti sulla povertà e la fame.
Per questo motivo i movimenti sociali e le organizzazioni di base hanno lanciato una giornata di mobilitazione diffusa per il prossimo 12 ottobre, Giornata di azione per i diritti della Madre Terra, dove centinaia di organizzazioni in tutto il mondo si mobiliteranno in vista della Conferenza delle Parti di Cancun. Tra le iniziative in preparazione dell'evento e tra le prime come restituzione da Bonn, il prossimo 11 giugno alle ore 17.00 a Genova in Regione Liguria "Cambiamo il commercio per non cambiare il clima" che vedrà come relatori, tra gli altri, l'Ambasciatore della Bolivia in Italia Elmer Catalina, l'Assessore all'ambiente Renata Briano  della Regione Liguria, Monica Di Sisto vicepresidente di Fair, il coordinatore nazionale di Legambiente Maurizio Gubbiotti, Raffaella Bolini dell'Arci.

Per info: Monica Di Sisto - Fair cell. +39 3358426752 - monica.disisto@faircoop.it - aggiornamento www.fairwatch.splinder.com

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