Un convegno internazionale per parlare di resilienza nell'adozione si tiene a Firenze, all'Istituto degli Innocenti l'8 e 9 giugno. L'incontro "
Resilienza ed approccio autobiografico nelle adozioni internazionali - L'inserimento scolastico, l'adolescenza, l'adozione di fratelli" è promosso dalla
Commissione per le adozioni internazionali, in collaborazione con l'Istituto degli Innocenti.
L'evento conclude e completa il percorso formativo condotto da ottobre 2009 a marzo 2010 al quale hanno partecipato più di 250 operatori ed esponenti delle Regioni e dei Servizi territoriali, degli Enti autorizzati e dei Tribunali per i minorenni.
Il convegno intende ampliare il confronto a livello europeo ed internazionale anche con la partecipazione di rappresentanti di alcuni Paesi di origine tra i quali la Federazione Russa, Colombia, Bolivia e Ucraina e rappresentanti dei Paesi di accoglienza come Francia e Spagna.
Ma cosa si intende per resilienza in modo specifico nelle adozioni internazionali? É un termine mutuato dalla fisica per indicare la capacità di riuscire, di vivere e svilupparsi positivamente, in maniera socialmente accettabile, nonostante lo stress o un evento traumatico che generalmente comportano il grave rischio di un esito negativo. Applicato all'adozione il concetto di resilienza è considerato un potente fattore di comprensione dei meccanismi mentali che possono aiutare i bambini non solo a sopravvivere ma ad imparare a vivere anche nelle condizioni più avverse.
Importante poi l'approccio autobiografico. Se mettiamo al centro la storia di vita di ciascuno e lo aiutiamo nella ricostruzione del proprio percorso pregresso in relazione con i percorsi degli altri, si consente in primo luogo al bambino - ma anche alla coppia aspirante all'adozione - una migliore conoscenza ed elaborazione degli accadimenti del passato, una vita più consapevole e condivisa nel presente e l'attivazione di uno spazio mentale per prefigurare il futuro.
Questi due fattori possono essere riferiti all'universo delle adozioni internazionali, soggetto per sua stessa natura ad una forte instabilità. Le adozioni internazionali sono infatti essenzialmente basate sulla verifica di un reale stato di abbandono del bambino e vedono nel concetto stesso di sussidiarietà la necessità di costruire percorsi individualizzati e attenti alle storie di vita.
Queste riflessioni saranno poi riferite ai principali risultati emersi dai seminari nazionali, recentemente conclusi, in merito alle problematiche dell'inserimento scolastico nell'ambito del post-adozione, alla centralità delle problematiche adolescenziali in ambito adottivo, alle specificità dell'adozione di fratelli e delle seconde adozioni come fenomeni in crescita.
Al convegno, oltre a Carlo Giovanardi, sottosegretario alle Politiche della famiglia, parteciperanno Duccio Demetrio, ordinario di Filosofia dell'educazione all'Università Bicocca di Milano e Presidente della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari; Elena Malaguti dell'Università di Bologna, membro italiano del Gruppo di ricerca internazionale ?Identità, Culture e Resilienza', coordinato da Boris Cyrulnik. Tra i relatori anche e Ana Berastegui Pedro-Veijo dell'Università Pontificia Comillas di Madrid e i tre coordinatori scientifici dei percorsi formativi nazionali, Graziella Favaro, Paola di Nicola e Marco Chistolini. Concluderà le due giornate di lavoro Daniela Bacchetta, vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali. (sp)
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