Dopo un incidente che a 37 anni lo ha costretto su una sedia a ruote, Giovanni Cicconetti ha scoperto una passione particolare per l'hand-bike. Così è nata la sua associazione, impegnata a 360 gradi nello sport per tutti:"Ora vorrei censire le strutture accessibili" RIMINI - "Grazie allo sport a volte arrivo a dimenticarmi di essere su una sedia a ruote".
Giovanni Cicconetti, 43 anni, è paraplegico dal 2004. Con la sua impresa edile stava ristrutturando una casa colonica e, nonostante fosse tutto a norma, il tetto gli è crollato sotto i piedi: quattro metri di caduta che gli hanno causato uno schiacciamento del midollo spinale. Dopo un periodo di riabilitazione dal 2006 si dedica all'hand-bike, e ha fondato insieme all'amico Sergio Emilio Bartolini l'associazione Muovitinsport per promuovere lo sport tra le persone disabili e "farle uscire di casa", raggiungere quell'autostima che si perde al momento del trauma o della malattia.
"Lo sport aiuta a reintegrarsi nella società. Semmai sono gli altri a farti sentire diverso, 'diversamente' abile - commenta Giovanni -. E anche lo Stato: troppe barriere architettoniche. Dovevo andare in una scuola a parlare di incidenti sul lavoro, ma la sede non era accessibile e non siamo riusciti a entrare perché mancava un ascensore. Assurdo".Prima dell'incidente Giovanni non praticava nessuno sport, "non ne avevo tempo e poi arrivavo a casa troppo stanco per fare qualunque cosa": adesso partecipa con la sua squadra, sette persone in tutto, al campionato italiano di hand-bike.
Con l'associazione si impegna anche nel wheel-chair basket, nel wheel-chair tennis e nello sci. Ma la grande passione rimane il ciclismo. "Mi piacciono le salite, la sfida, la soddisfazione di arrivare in un posto che sembrava impossibile solo con la forza delle proprie braccia - spiega Giovanni -. È questo il bello del ciclismo". Tra le soddisfazioni di Giovanni ci sono sicuramente anche i suoi compagni di squadra, "un gruppo forte", tra cui spiccano Simone, 29 anni, che è stato di recente contattato per entrare a far parte della nazionale italiana, e Tonino, che si è vestito di azzurro nel 2004, e nel 2005 è arrivato quinto nella sua categoria ai campionati nazionali.Giovanni e Muovitinsport sono un vulcano di iniziative per quanto riguarda ogni tipo di attività.
L'associazione propone corsi gratuiti di tennis su sedia a ruote, grazie alla collaborazione del comune di Bellaria Igea Marina ha ottenuto l'utilizzo di una palestra per giocare a basket, e con l'aiuto di alcuni amici ("tra cui voglio ringraziare in particolare Emilio Brioli - sottolinea Giovanni -, un ragazzo disabile di Riccione che ci ha dato una grande mano per tutti i contatti e gli aspetti burocratici") ha organizzato per il 30 maggio il primo torneo di basket su sedia a ruote "Città di Riccione", che vedrà confrontarsi Imola, Parma, Verona e Trento.
Grazie agli sponsor Muovitinsport è anche riuscita a comprare un'hand-bike, per far conoscere e provare questo sport a chiunque volesse. A breve acquisteranno anche delle sedie a ruote per il basket indoor, in previsione dei mesi invernali.L'impegno di Giovanni va anche oltre lo sport.
"Adesso frequento un corso per webmaster - spiega - sperando che la passione per i computer possa diventare in futuro un mestiere". Intanto Giovanni pensa soprattutto a suo figlio, che fa la seconda media, "ed è sicuramente più impegnativo lui di qualunque lavoro". E nonostante tutti i suoi impegni, Giovanni ha trovato il tempo di partecipare come rappresentante dell'Anmil a un progetto dell'INAIL per parlare di infortuni nel mondo del lavoro nelle scuole superiori. "Per far capire ai ragazzi che bisogna sempre stare attenti - riassume -, anche perché l'imprudenza può far male agli altri oltre che a sé".
Intanto, insieme agli altri soci di Muovitinsport, Giovanni sta aspettando il via libera dalla provincia di Rimini per avviare un progetto "interessante e utile, anche se sicuramente complicato": un censimento di tutte le strutture accessibili della riviera romagnola. "Fino a vent'anni fa chi era su una sedia a ruote non usciva di casa - racconta -. Un amico, paraplegico da 35 anni, mi racconta che c'era anche chi provava a dargli l'elemosina mentre lui semplicemente era come tutti in attesa di attraversare la strada. Adesso invece possiamo essere una risorsa, anche per il turismo".(Fonte: Superabile)

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