Dichiarazione del neo direttore Anthony Lake alla vigilia del processo per il detenuto afghano, detenuto dal 2002 a Guantanamo per l'accusa di atti di terrorismo commessi all'età di 15 anni: il tribunale incapace di garantire le tutele previste dal diritto internazionale «L'UNICEF esprime preoccupazione per l'imminente processo nei confronti di Omar Khadr, detenuto nella base di Guantanamo.
Omar Khadr era stato arrestato in Afghanistan nel 2002 con l'accusa di avere commesso crimini terroristici quando aveva 15 anni. Omar è l'ultimo bambino soldato ancora in carcere a Guantanamo.
Il reclutamento e l'impiego di minori nelle ostilità è un crimine di guerra, e gli adulti che se ne rendono responsabili devono essere puniti. I bambini così coinvolti ne sono vittime, e agiscono sotto coercizione.
Come l'UNICEF ha ripetutamente affermato in altre dichiarazioni sull'argomento, i minori combattenti hanno bisogno di assistenza per essere recuperati e reintegrati nelle comunità di appartenenza, e non di processi o condanne.
Il procedimento contro Omar Khadr rischia di creare un grave precedente internazionale a svantaggio di altri minori vittime di reclutamento nei conflitti armati.
Nel momento in cui le Nazioni Unite celebrano il decimo anniversario dell'approvazione del Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati, chiediamo ai Governi di tutti gli Stati che hanno ratificato questo trattato - inclusi gli Stati Uniti - di far rispettare lo spirito del Protocollo e di tutte le sue norme.
Inoltre, chiunque sia perseguito per reati che si ritiene siano stati commessi quando era minorenne dovrebbe essere trattato secondo i principi basilari della giustizia minorile internazionale, che prevede una protezione speciale per tali soggetti.
Omar Khadr non dovrebbe essere processato da un tribunale che non è attrezzato né ha ricevuto un mandato per fornire questo genere di tutela e per rispettare questi principi.