ROMA - Dopo il Comitato nazionale di bioetica, anche il Consiglio superiore di sanità ha espresso un parere sulla cosiddetta donazione samaritana, quella tra persone che non si conoscono e che non hanno legami affettivi o di consanguineità. "Il Css ritiene ammissibile questa possibilità con alcune raccomandazioni", rende noto il ministro della salute Ferruccio Fazio, durante la presentazione delle giornate nazionali per la donazione e trapianti di organo. "Nel parere viene raccomandato - spiega - la valutazione psicologica e psichiatrica del donatore, il rispetto della privacy, nessun contatto tra donatore e ricevente".

"Per i primi 10 casi la donazione samaritana deve rientrare in un programma nazionale", la cui gestione è affidata al Centro Nazionale Trapianti, che riferirà annualmente al Consiglio Superiore di Sanità (Css). Deve inoltre essere rispettato l'anonimato sia del donatore che del ricevente come previsto dalla legge.

Secondo le linee guida il donatore "samaritano" va inserito prioritariamente nel programma di trapianti con modalità cross-over e, qualora non fosse possibile, occorre tenere conto della provenienza regionale del donatore. Va inoltre svolta un'attenta valutazione psichiatrica e psicologica del donatore e del suo nucleo familiare. Non solo: l'accertamento della sua idoneità deve essere accertata da una "parte terza" estranea all'organizzazione medica che effettuerà l'espianto-trapianto come già avviene per i "trapianti da donatori viventi". Infine, secondo le direttive, va eseguita una completa e accurata valutazione clinica strumentale delle condizioni fisiche del donatore samaritano da parte del Centro trapianti che organizza il prelievo, analogamente a quanto previsto nel caso della donazione cross over. Il follow-up di donatore-ricevente, anche in questa modalità di trapianto, non può essere difforme da quanto a tal fine espletato per donatori e riceventi di rene da viventi.

"Siamo lieti che il Consiglio superiore di sanità (Css) abbia ritenuto anch'esso valido il trapianto di rene tra persone che non si conoscono e non hanno legami affettivi o di consanguineità". E' quanto afferma Lorenzo D'Avack, vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), ricordando che il parere rispetta le linee guida date dal Cnb il 23 aprile scorso e all'epoca trasmesse al Css.

La volontà o meno di donare i propri organi potrà essere espressa anche nella carta di identità, aggiunge il ministro della Salute.

Trapianti, ecco le cifre. Il numero dei donatori di organi nei primi mesi del 2010, e in particolare a marzo e aprile, ha registrato una flessione del 3,4% rispetto al 2009. Tuttavia vi é da segnalare il dato positivo del calo dello opposizioni ai trapianti: sempre meno gente cioé dice no alla donazione di organi di un proprio congiunto. A renderlo noto è Alessandro Nanni Costa, direttore del centro nazionale trapianti, alla presentazione delle giornate nazionali per la donazione e trapianti di organi. "C'é stata una leggera flessione nei donatori utilizzati per i trapianti - spiega - tuttavia va detto che si tratta di numeri riferiti fino al 30 aprile 2010, che si pongono quindi in maniera intermedia tra quelli registrati nel 2008 e nel 2009. Possiamo dire che il bilancio è dunque di luci e ombre, ma comunque il nostro paese si pone, per numero di donazioni, dietro alla Spagna e più o meno a livello della Francia".

Il dato positivo sottolineato dal direttore del Cnt riguarda il calo delle opposizioni ai trapianti. Se nel 2009 il numero dei no è stato di 707, nei primi mesi del 2010 è di 648, "il che ci fa stimare una proiezione del calo delle opposizione dell'8,3%". Per la prima volta negli ultimi anni è inoltre sceso sotto i 9 mila il numero dei pazienti in lista di attesa per un trapianto. "Un dato senz'altro positivo - conclude - ma che ci fa dire che il sistema è più o meno in equilibrio, considerando questo parziale calo delle donazioni e quello delle opposizioni. Non bisogna dimenticare infine che spesso vi sono molti donatori non idonei per la loro età avanzata".

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