Uno studio del Cnr: in due secoli la temperatura sulla penisola è aumentata di 1,7 gradi, lo sbalzo degli ultimi 50 anni è stato di 1,4. Il 2003 l'anno più caldo con 4 gradi in più di media
Italia più calda e meno piovosa. Negli ultimi 200 anni, la temperatura media della penisola è aumentata di 1.7 gradi, con un incremento maggiore negli ultimi 50 anni, quando il termometro nazionale ha registrato un balzo in avanti di 1.4 gradi; allo stesso tempo, le precipitazioni sono diminuite del 5% circa ogni 100 anni. A fare il punto sulle
variazioni climatiche nel Paese avvenute nell'arco degli ultimi due secoli è l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna, in collaborazione con l'Università di Milano, attraverso l'analisi di un database proveniente da oltre cento stazioni meteorologiche, grazie al lavoro di recupero e "omogeneizzazione" dei dati meteo raccolti nei più antichi osservatori d'Italia.
Lo studio, che è stato condotto da Teresa Nanni e Michele Brunetti, ricercatori dell'Isac-Cnr di Bologna, in collaborazione con Maurizio Maugeri dell'Università di Milano, é stato pubblicato sulla rivista "International Journal of Climatology".
In particolare, dall'analisi del database - spiega il Cnr - si é osservata una crescita della temperatura media dell'ordine di 1.7 gradi centigradi nell'arco degli ultimi due secoli; il contributo più forte arriva dagli ultimi 50 anni, per i quali l'aumento è stato di circa 1.4 gradi.
L'anno più caldo della serie è stato il 2003, dovuto alla forte ondata di calore estivo: l'estate di tre anni fa ha infatti registrato temperature di oltre 4 gradi superiori alla media del periodo 1961-1990. Al contrario, l'anno più freddo è stato il 1816, noto alle cronache come 'anno senza estate',
preceduto da una lunga serie di eruzioni vulcaniche, la più potente delle quali fu l'esplosione del Tambora in Indonesia.
«Studiando l'andamento delle temperature minime e massime giornaliere», spiega Teresa Nanni, «si è osservato un aumento più forte nelle prime rispetto alle seconde. Se però si considerano solo gli ultimi 50 anni la situazione è capovolta, con le temperature massime che crescono più delle minime». Ciò significa, viene rilevato un aumento dell'escursione termica giornaliera nell'ultimo mezzo secolo. Per quanto riguarda le precipitazioni, si è registrato un leggero calo nella quantità totale annua, dell'ordine del 5% ogni cento anni. Tale diminuzione, sempre secondo l'analisi, è
maggiormente evidente nell'Italia peninsulare. «Fino a pochi anni fa non esisteva una banca dati
climatologica di questo tipo per l'Italia, come lunghezza temporale e come disponibilità di dati», aggiunge Nanni.
Nell'ambito di diversi progetti nazionali ed internazionali, sfruttando principalmente gli archivi dell'Ufficio centrale di ecologia agraria e degli Istituti idrografici, viene inoltre spiegato, sono state recuperate e digitalizzate le più lunghe serie climatologiche esistenti in Italia. «Assieme ai dati, sono state raccolte anche tutte le notizie relative alla storia delle varie stazioni meteorologiche (spostamento delle stazioni, sostituzioni di strumenti, malfunzionamenti degli stessi)», aggiunge Michele Brunetti. «Informazioni queste - dice - che si sono rivelate di fondamentale importanza nella fase di "omogeneizzazione" dei dati, necessaria per "ripulire" le serie meteorologiche da tutti i segnali di origine non climatica».
Il lavoro è destinato a continuare. La ricostruzione del clima italiano proseguirà ancora in futuro, sottolinea il Cnr, con la raccolta di nuovi parametri meteorologici quali la pressione atmosferica e la copertura nuvolosa, anche se qualche risultato preliminare è già stato ottenuto per il periodo più recente: gli ultimi 50 anni sono stati caratterizzati da un aumento della pressione al livello del mare e una diminuzione della copertura nuvolosa, in accordo con quanto registrato per le temperature e per l'escursione.
Fonte: La Nuova Ecologia