"Questa edizione del Rapporto mette a fuoco le grandi sfide sociali del presente che hanno tutte come obiettivo comune quello di tutelare i diritti umani. Attualmente, infatti, gli abitanti dei Paesi ricchi consumano almeno 10 volte di più rispetto a quelli dei Paesi poveri. Complessivamente i 500 milioni di abitanti più ricchi del Pianeta - che costituiscono circa il 7% della popolazione mondiale - sono responsabili del 50% delle emissioni globali di anidride carbonica che, secondo le stime per il 2008 della NEAA, l'Agenzia ambientale olandese, sono 31 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente Al contrario i più poveri del Pianeta, oltre 3 miliardi di persone, sono responsabili di appena il 6% delle emissioni, ma pagano il prezzo più alto dei mutamenti climatici. Sono queste le ragioni per cui - come si legge nella parte del Rapporto relativa all'ambiente - non solo la politica e la società civile globale hanno preso pienamente coscienza del surriscaldamento del Pianeta ma è diventato evidente anche ai più alti livelli istituzionali che sulla questione climatica convergono anche le crisi economica, sociale, alimentare e idrica". Così Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente è intervenuto nell'ambito della presentazione del Rapporto "Diritti globali 2010" presentato ieri a Roma.
"Il nuovo accordo internazione sul clima non potrà, quindi, eludere i temi dell'equità e della giustizia sociale. Se a livello scientifico è acclarato che i Paesi più poveri sono quelli che subiscono le maggiori conseguenze dei cambiamenti climatici, è ormai chiaro, anche politicamente che, senza garantire l'accesso a energia, tecnologie pulite e crescita economica a tutti i cittadini del mondo, non si giungerà mai a nessun punto d'incontro internazionale".