Le sostanze più comunemente rilevate dalla rete di controllo ambientale nelle acque superficiali e sotterranee italiane sono fungicidi, insetticidi ma soprattutto erbicidi: 118 i tipi di pesticidi rinvenuti, concepiti per combattere gli organismi nocivi ma potenzialmente pericolosi anche per l'uomo.
Si tratta di prodotti usati in agricoltura ma che, a causa delle piogge, vengono trasportati dal suolo alle acque sotterranee e superficiali.
E' quanto emerge dal Rapporto "Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque", dell'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente.
Per le acque potabili, è la direttiva 98/83/CE del 3 novembre 1998 a stabilire i parametri da valutare per la qualità delle acque destinate al consumo umano. Riguardo alle acque superficiali la direttiva 2008/105/CE stabilisce gli standard di qualità ambientale (SQA) per 33 sostanze prioritarie, tra cui alcuni pesticidi.