Oltre 50 milioni di donne in paesi in via di sviluppo partoriscono ogni anno senza assistenza professionale e senza aver mai visto un medico durante il puerperio; di queste, 350mila perdono la vita per complicanze durante la gravidanza o subito dopo il parto. Circa 9 milioni di bambini non arrivano a compiere 5 anni di età; di questi il 41% non sopravvive al primo mese di vita.
Questi dati, ripresi dal Rapporto su "Lo stato delle madri nel mondo", di Save the Children fotografa una realtà drammatica: morti precoci di donne e dei loro figli perché non possono contare su cure minime, essenziali, durante la gravidanza, il parto e nei primi mesi successivi. Una realtà nella quale anche noi del CIAI cerchiamo di intervenire, con progetti che tutelino i diritti e la salute delle madri.
Tutto questo contrasta con altri dati che segnano ancor di più le disparità tra il nord e il sud del mondo: Norvegia, Australia, Islanda, Svezia, Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, sono i 10 paesi dove madri e figli godono delle migliori condizioni di vita; Afghanistan, Niger, Ciad, Guinea Bissau, Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Sudan, Eritrea, Guinea Equatoriale, dove donne e bambini sfidano quotidianamente la morte.
Eppure si stima che circa 250.000 donne e 5.5 milioni di bambini che oggi muoiono potrebbero salvarsi, grazie a misure sanitarie a basso costo: assistenza specializzata al momento del parto, vaccini e trattamenti per polmonite, diarrea e malaria, allattamento esclusivo al seno.
Il dramma, in cifre - Nei paesi presi in esame dal Rapporto il 60% delle nascite avviene senza l'assistenza di personale specializzato; 1 mamma ogni 23 muore per cause collegate alla gravidanza e al parto; 1 bambino su 6 perde la vita prima di aver compiuto 5 anni; più di 1 minore su 3 soffre di malnutrizione; 1 bambino su 5 non va a scuola; in media una donna ha 5 anni di studio; 9 madri su 10 con molta probabilità vedranno morire un loro figlio.
E se in Norvegia ogni bambino nasce assistito da un'ostetrica o un medico, in Afghanistan solo il 14% dei bambini può avere questa possibilità.
La vita delle donne - Una donna norvegese in media studia per 18 anni e vive fino ad 83, l'82% fa uso di contraccettivi e 1 su 132 perderà un bambino prima che compia 5 anni. In Afghanistan una donna in media studia per 4 anni, vive fino a 44, solo nel 16% dei casi ricorre alla moderna contraccezione, ogni madre afghana ha un'alta probabilità di vedere morire un proprio figlio. In Niger 1 donna su 7 perde la vita mentre è incinta o durante il parto. In Italia il rischio di morire di parto riguarda 1 donna su 26.000.