Quest'anno la "Festa dei lavoratori" di oggi Primo Maggio viene celebrata da CGIL, CISL e UIL a Rosarno, cittadina calabrese tristemente nota nei mesi passati per essere stata teatro di violenti scontri tra la popolazione locale e i braccianti immigrati, insorti dopo ripetuti atti di violenza ai danni di loro connazionali e per le impossibili condizioni di vita a cui sono costretti. "La scelta - affermano i sindacati - non è ovviamente casuale poiché la ricorrenza del Primo maggio per quest'anno sarà incentrata, oltre che sui tradizionali temi del lavoro e dello sviluppo economico, su quelli dell'integrazione, cogliendo l'occasione per rilanciare da Rosarno il tema del lavoro in stretto collegamento con quelli della legalità e dell'accoglienza degli immigrati.
"La prossima Marcia per la pace Perugia-Assisi sarà anche una grande giornata di lotta per il lavoro, per il salvataggio delle fabbriche e delle aziende in crisi, contro la morte sul lavoro, per un lavoro dignitoso per tutti" - ha affermato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, in occasione del Primo Maggio.
"Non c'è pace senza lavoro! Non c'è prospettiva. Tutto diventa più difficile. Non si sogna più. Non si programma più. È una situazione d'inferno. Togliendoci il lavoro ci tolgono l'essenza della nostra vita" - ha detto Nadia, operaia della Merloni, intervenendo al seminario di preparazione della Marcia per la pace Perugia-Assisi. "Quando dico che "non c'è pace senza lavoro" non lancio uno slogan. La pace quotidiana, i rapporti quotidiani, dentro e fuori la famiglia, sono compromessi e messi a rischio. Siamo in tanti, più di mille e tutti viviamo senza pace. Cosa raccontiamo ai nostri figli? Quale futuro con questa incerta e questa precarietà che ci è caduta addosso? Se vogliamo costruire un mondo migliore, far tornare la pace in mezzo a noi, riscopriamo i valori universali.
"Il diritto al lavoro - continua Nadia - la è un pezzo fondamentale per ripartire, per ritornare a vivere in pace e con la pace. Il nostro è un appello rivolto a tutti: ridateci la speranza non toglieteci il diritto al lavoro. Siamo stremati. Ogni giorno cerchiamo di dimostrare il nostro disagio, il nostro non essere in grado di dare il necessario alle nostre famiglie. Dateci la vostra solidarietà e attivatevi perché lo stato di queste cose cambi perché possiamo riconquistare la fiducia per un futuro che per noi non è mai stato così nero".
"L'angoscia e l'appello di Nadia - riprende Lotti - esigono risposte concrete e urgenti dalla politica e dalle istituzioni. Per battere la crisi economica e sociale che stiamo vivendo abbiamo bisogno di ripartire dall'articolo 1 della nostra Costituzione, di rimettere al centro l'economia reale, di ridare importanza a chi lavora e produce, di ridistribuire la ricchezza, di investire i nostri soldi sulla dignità delle persone, di ridurre le disuguaglianze, di rimettere sotto controllo la finanza, di ricostruire il primato della politica sull'economia, di difendere e rafforzare il sindacato, di rafforzare la sua credibilità, la sua capacità di difendere il diritto al lavoro, la dignità e i diritti dei lavoratori senza distinzioni di pelle e senza frontiere".
"Ma il problema è anche nostro - sottolinea Lotti. Per questo noi vogliamo che la prossima Marcia per la pace Perugia-Assisi sia anche una grande giornata di lotta per il lavoro, per il diritto al lavoro, per il salvataggio delle fabbriche e delle aziende in crisi, contro la morte sul lavoro, per un lavoro dignitoso per tutti. Perchè la pace, per noi, è sinonimo di serenità, di diritti umani, di dignità della vita umana, di uguaglianza e di legalità. E non ce n'è una sola di queste cose quando il lavoro non c'è, quando è disumano, quando uccide, quando al posto del lavoro c'è solo precarietà, incertezza e sfruttamento. Ci sono uomini e donne che hanno avuto la vita spezzata da un lavoro crudele. Ce ne sono altri che rischiano la stessa fine. Se davvero vogliamo la pace, non possiamo lasciarli soli. La Marcia Perugia-Assisi sarà anche per loro. Con loro" - conclude il coordinatore della Tavola della pace. [GB]