Il ministro Sacconi in audizione alla Camera espone i dati relativi alle ispezioni nel 2009. Tra i riscontri più eclatanti: aumento del 61% delle maxisanzioni sul "nero" e del 273% delle violazioni agli appalti.
Raddoppiati gli illeciti contributivi registrati e impennata del 495% delle truffe agli Istituti di previdenza

ROMA - Boom delle violazioni più gravi alle norme del lavoro e della previdenza lo scorso anno - con aumenti percentuali fino a tre cifre - a fronte di un calo invece delle violazione formali (-23%). Lo ha detto oggi il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in audizione alla Camera, sottolineando come - malgrado la prevista flessione del numero delle ispezioni (il 3,64% in meno, "ben al sopra della diminuzione del 17% ipotizzata a inizio anno") - la selettività degli interventi abbia portato comunque a risultati soddisfacenti.

Secondo quanto riportato da Sacconi, nel 2009 sono aumentate del 61% le maxisanzioni per lavoro nero rispetto al 2008 (40.108 a fronte di 24.781) e del 273% le violazioni registrate relative agli appalti (6.649 le ipotesi di reato a fronte delle passate 1.782). Quasi raddoppiati gli illeciti e le evasioni contributive (489 riscontri contro 248), mentre crescono del 495% le truffe scoperte nei confronti degli istituti (2.493 a fronte di 419).
Impennata anche per le ipotesi di reato in merito all'orario di lavoro - 27.761 a fronte di 10.911 (+154%) - e allo Statuto dei Lavoratori (1.042 rispetto a 288, per un +262%).Per quanto riguarda il sommerso, il 47,4% dell'occupazione irregolare totale riguarda le donne. "Il lavoro sommerso è caratterizzato in numerosi settori in maniera preponderante - se non addirittura esclusiva - dall'invisibile ma consistente presenza femminile", ha aggiunto Sacconi.

"La stima realizzata dall'Isfol nel 2007 ha fatto emergere alcuni dati che permettono di quantificarlo per aree geografiche e settori economici. Il dato si attesta a circa 1 milione 352 mila unità, pari al 47,4% dell'occupazione sommersa e irregolare totale, con sensibili differenze tra settori economici e aree geografiche".La quota più elevata di donne "in nero" si rileva nel settore dei servizi (56,9%) e in particolare nei comparti dell'istruzione, sanità e servizi sociali (79,6%) e dei servizi domestici presso le famiglie(77,7%). L'area geografica a più alta "densità" di sommerso è il Nord, con una percentuale pari a 64,2%, contro il 31,5% per il Sud (e questo, in evidente contrapposizione con il sommerso "maschile", preponderante nel meridione).

I datori di lavoro che occupano lavoro femminile irregolare sono, per lo più, imprese o strutture economiche di piccola o piccolissima dimensione, a volte cooperative di servizi che lavorano spesso in outsourcing, e famiglie.
Dall'indagine Isfol - fa sapere il ministro - è emerso che le motivazioni che inducono le lavoratrici a entrare nel mercato del lavoro in condizioni di irregolarità e a permanervi sono collegate, nella maggioranza dei casi (43%), alla assenza di altre opportunità di lavoro o alla necessità di integrare il reddito (6%).
Per le straniere, tale modalità occupazionale è imposta, invece, dalla esigenza di un alloggio e/o dalla mancanza del permesso di soggiorno (4%)".

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