FIRENZE - Si chiude con una proposta importante il seminario di protezione civile sul rischio sismico organizzato dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione e tenutosi a Firenze nei giorni scorsi.
Fausto Casini, presidente nazionale Anpas, una delle più grandi associazioni di volontariato di protezione civile italiana, dialoga con Federico D'Orazio, rappresentante del movimento delle carriole aquilane, e si offre per tornare con i sui volontari a L'Aquila ad aiutare i cittadini impegnati nella rimozione delle macerie dal centro storico della città.L'intervento di Casini arriva a conclusione di una giornata molto partecipata (140 gli intervenuti) in cui si è discusso a 360 gradi di rischio sismico e partecipazione dei cittadini alle attività di protezione civile.
Nella mattina Giorgio Curzio dell'Università di Pisa fa il punto sugli studi sul radon condotti in Garfagnana e Lunigiana per la previsione dei terremoti, mentre Giancarlo Fianchisti della Regione Toscana illustra i contenuti della legge regionale sulla prevenzione del rischio sismico.Nella sessione pomeridina si parla invece del terremoto in Abruzzo e il dibattito aumenta di intensità. Parlano Carmine Lizza di Anpas e Gabriele Brunini delle Misericordie, che fanno un bilancio dell'intervento del volontariato nell'emergenza.
A tenere banco sono quindi l'architetto Roberto Pirzio-Biroli, ideatore della ricostruzione partecipata su cantieri simultanei, Alessandro Guarducci del Sitema regionale della protezione civile toscana e Federico D'Orazio del movimento delle carriole aquilane. Molti anche gli interventi dalla platea (il presidente nazionale del Movi Franco Bagnarol e Giovanni Ciancio della Fp Cgil) che sottolineano l'importanza di una riflessione profonda sulla possibilità di riformare il sistema italiano della protezione civile.È in questo clima di forte partecipazione creativa che si colloca, a conclusione dei lavori, il chiarimento e l'intesa fra Casini e D'Orazio. Il rappresentante delle carriole aquilane apre il suo intervento con un appello rivolto ai volontari: "Vi prego di avere chiaro che chi ha condotto una carriola a L'Aquila - dice - non è un ingrato e soprattutto non è ingrato verso questa parte della protezione civile. Sappiamo, nella catena di comando, qual è la vostra posizione e le nostre critiche sono rivolte ai vertici".
La risposta del presidente di Anpas a D'Orazio è decisa: "Non scusarti, Federico, dicendo ?non vorrei che sembrasse una polemica contro i volontari' - risponde Casini -. Noi siamo contenti che ci siano le carriole. Non dovete sentirvi ingrati, dovete sentirvi quelli che finalmente prendono in mano il testimone. E anzi, se per fare l'attività delle carriole avete bisogno di più braccia, dirette da voi e non da Bertolaso, chiedete."La proposta di Casini alle carriole aquilane si lega ad una riflessione più generale sull'attuale ruolo del volontariato in protezione civile: "Noi litighiamo col Dipartimento da cinque anni perché il Dipartimento vuole utilizzare il volontariato per risolvere un problema: è finito l'esercito di leva in Italia. Paradossalmente questa è una protezione civile smilitarizzata che si deve comportare come l'esercito e in cui quindi il volontariato diventa un mero braccio operativo.
Ma il volontariato non ci sta a svolgere questo ruolo." Per la Fondazione Volontariato e Partecipazione, che ha organizzato l'evento, il chiarimento fra il volontariato intervenuto nell'emergenza aquilana e il popolo delle carriole rappresenta un risultato molto importante."Sono molto contento del risultato ottenuto" dichiara Riccardo Pensa, ricercatore della Fondazione.
"Il confronto fra volontariato e carriole aquilane, due diverse espressioni della società civile organizzata, ci iteressava molto e l'intesa raggiunta ci ha lasciato favorevolmente stupiti e ci sprona ad andare avanti in questo percorso fondamentale di confronto sulla possibilità di ripensare la protezione civile in senso partecipato e sostenibile."