In occasione della recente Giornata Mondiale contro la Malaria, Amref, fondazione africana per la medicina e la ricerca, ricorda che è l'Africa a pagare il prezzo più alto a questa malattia, che ogni anno nel mondo colpisce 250 milioni di persone, uccidendone circa 850mila. «L'89% dei decessi - spiega il direttore generale di Amref Italia, Tommy Simmons - si concentra nel continente nero e i più vulnerabili sono i bambini che hanno meno di cinque anni di età: un bambino su sei in Africa perde la vita a causa della malaria». «Grazie a opportune misure di salute pubblica, nei Paesi ricchi la malaria è stata debellata da tempo - sottolinea Simmons - Oggi è una "malattia dei poveri", un problema sanitario espressione del degrado economico, sociale e ambientale che aumenta parallelamente alla diffusione del contagio, in un circolo vizioso terribile. Gli ammalati, infatti, non sono più in grado di occuparsi delle attività quotidiane, perdono progressivamente le fonti di reddito, fino a diventare un peso insostenibile per famiglie poverissime, per sistemi sanitari già molto fragili e per la società in generale». Per invertire la tendenza è fondamentale intervenire sul fronte della prevenzione - il solo uso di zanzariere trattate con insetticida riduce del 20% il numero dei contagi - e creare le condizioni strutturali per agire tempestivamente sul fronte sanitario: riconoscere la malattia fin dai primi sintomi, che inizialmente possono essere confusi con quelli di una semplice influenza, è cruciale per curarla in modo efficace e scongiurare complicazioni. La malaria, infatti, è causa di numerose malattie croniche che colpiscono la fascia più giovane della popolazione, come difficoltà motorie, invalidità parziali o totali, ritardi mentali ed epilessia. Contribuisce inoltre all'aumento di casi di anemia tra donne e bambini ed è la causa principale della nascita di bambini sottopeso.