Dopo il grande successo della tappa milanese al Castello Sforzesco nel novembre scorso, "Autoritratto di Kalongo. L'Africa raccontata da giovani apprendisti fotografi" dal 3 al 26 maggio si sposta a Siena, nel Cortile del Podestà del Palazzo Comunale, in piazza del Campo. La mostra itinerante, realizzata nell'ambito del progetto Fondazioni4Africa, intende sensibilizzare l'opinione pubblica, e in particolare gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, sulla realtà dei campi sfollati in Nord Uganda, Paese segnato da vent'anni di guerra civile. Per la prima volta quattro fondazioni, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Cariplo e Monte dei Paschi di Siena e 14 tra le principali ong italiane stanno realizzando insieme due importanti progetti a favore degli sfollati del Nord Uganda e a sostegno delle popolazioni rurali in Senegal. Oltre all'intervento in loco a favore della popolazione, infatti, il progetto Fondazioni4Africa prevede anche attività di sensibilizzazione e di educazione rivolta alle scuole in Italia, attraverso una serie di eventi itineranti.La mostra fotografica consiste in venti scatti sui conflitti dimenticati e il ritorno a casa realizzati da venti giovani studenti ugandesi. Attraverso laboratori fotografici, realizzati da Fotografi Senza Frontiere, che usa la fotografia come strumento educativo nei Paesi del sud del mondo, i ragazzi hanno ripercorso e rappresentato la loro esperienza di sfollati fino a raccontare se stessi, i propri sogni e le proprie speranze per il futuro. Per un mese i ragazzi si sono trasformati in fotoreporter con macchina fotografica e registratore per raccogliere esperienze di vita nel campo sfollati di Kalongo. Oltre alla mostra aperta al pubblico, sarà offerta alle scuole primarie toscane l'opportunità di partecipare gratuitamente a laboratori didattici per l'approfondimento di queste tematiche e per la costruzione di un laboratorio fotografico. Dopo Milano e Siena, la mostra sarà allestita il prossimo autunno a Parma e nel 2011 a Torino.«Dal 2003 la nostra Fondazione dedica particolare attenzione alla solidarietà internazionale, allargando i propri orizzonti di riferimento verso le comunità maggiormente bisognose - spiega Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena - Il nostro sostegno si è concretizzato in 310 progetti finanziati negli ultimi sette esercizi, per un impegno complessivo che supera i 30,4 milioni di euro. Quando si è prospettata l'opportunità di unire le nostre forze e risorse con quelle di altre tre fondazioni italiane, non ci siamo tirati indietro, ma vi abbiamo investito direttamente, convinti che nell'ambito della cooperazione internazionale "fare sistema" possa produrre buone sinergie e far conseguire buoni risultati».«Mi piace inoltre sottolineare - prosegue Mancini - come questa mostra fotografica, oltre a rappresentare al meglio il nostro impegno nei Paesi e nelle comunità africane, in particolare in Nord Uganda, abbia anche un doppio risvolto culturale e sociale. Siena si è, infatti, candidata quale Capitale Europea della Cultura per il 2019, per la sua ricchezza storica, pittorica, artistica, per la sua vocazione ad accogliere nei secoli tutto ciò che produce cultura, integrando varie conoscenze. Anche le attività di educazione sociale, allo sviluppo, al rispetto degli altri e alla conoscenza di ciò che esiste e avviene oltre i nostri confini può costituire un momento di condivisione della "cultura". Solo con la conoscenza dell'altro, lo si può comprendere, accettare e farlo diventare parte integrante della nostra vita. La città di Siena - conclude il presidente della Fondazione Mps - non poteva restare insensibile di fronte alle comunità straniere e ha aperto il suo cuore all'Africa, come recita la famosa iscrizione sopra la seicentesca Porta Camollia, uno dei principali accessi alla città, Cor Magis tibi Sena pandit, e a questi giovani fotografi che rappresentano il futuro dei loro Paesi, ma anche il nostro».AMREF, Cesvi, COOPI, AVSI, Fondazione Corti e Good Samaritan operano in Nord Uganda con interventi a favore degli sfollati costretti all'interno dei campi profughi da una guerra civile durata vent'anni. A partire dal 2008, con l'inizio della difficile fase del ritorno a casa, hanno avviato il progetto per accompagnare la popolazione locale nel rilancio delle attività produttive, nella ricostruzione dei servizi di base (acqua, educazione, sanità) e nella delicata opera di pacificazione. L'intervento in Senegal, realizzato da ACRA, CESPI, CISV, COOPI, COSPE, Stretta di mano, AST Associazione Senegalesi Torino in collaborazione con l'Associazione Trade d'Union, prevede attività integrate per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali delle popolazioni rurali (filiera di produzione, turismo responsabile, micro-finanza, ricerca, sensibilizzazione) con il coinvolgimento di associazioni italiane di migranti senegalesi che attraverso attività di formazione potranno contribuire, in Italia ed in Senegal, allo sviluppo del loro paese d'origine.