«L'Italia ha ratificato il 27 maggio del 1991 la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia, che nel 2009 ha compiuto 20 anni. Venti anni fa il nostro paese sancì l'inviolabilità dei diritti dei bambini e il superiore interesse del fanciullo, il suo diritto alla protezione ed all'uguaglianza.
A venti anni di distanza colpisce come alcune istituzioni del nostro Paese violino sistematicamente la Convenzione lasciando in noi grande sconcerto e deplorazione.
Quali sono le colpe di quei bambini se i loro genitori, in evidenti situazioni di difficoltà familiare, non riescono a pagare le rette e sono costretti a guardare il piatto pieno di altri compagni nelle mense scolastiche? Sono queste le amministrazioni e i sindaci vicini ai cittadini? Quelli che si fanno carico di tutti, senza escludere nessuno?
In casi come questi è sempre una sconfitta per le istituzioni, nazionali o locali che siano, il non essere in grado di tutelare i più deboli, creando di fatto una discriminazione verso i più poveri.
Qual è il ruolo dello Stato, se non quello di sostenere i più bisognosi?
È un episodio che ricorda da vicino ciò che è accaduto a Napoli alcuni mesi fa, quando il piccolo Elvis fu ucciso dal fumo sprigionato da una stufa improvvisata. Anche in quel caso si trattava di un nucleo familiare povero che non era in grado di pagare la bolletta elettrica. Allora l'UNICEF fu il primo firmatario di un appello a sostegno delle famiglie più bisognose.
Oggi siamo costretti a ribadire che lo Stato non può far finta di non vedere.
Non credo più che siamo di fronte a casi isolati ma a una strategia che punta a non avere rispetto per i più deboli siano essi bambini o adulti, stranieri o italiani, creando un "effetto domino" anche sui diritti dell'infanzia.
Non può e non deve prevalere una cultura dell'infanzia che non la protegga in ogni luogo e che non la renda uguale in ogni contesto.
In Italia i bambini non restano solamente "a pane e acqua" come in provincia di Vicenza e Brescia, ora muoiono anche, come ieri a Cernusco sul Naviglio, se il papà ha la tessera sanitaria scaduta e non può accedere a cure ospedaliere immediate.
Chiedo al Presidente dell'ANCI Sergio Chiamparino di farsi carico di un'iniziativa forte proprio il 27 maggio nei confronti di quei comuni che non rispettano i dettami della Convenzione sui diritti dell'infanzia.
Al Governo invece che al più presto fornisca risposte concrete sul Piano nazionale dell'infanzia che tarda ogni giorno drammaticamente ad essere presentato e sull'istituzione del Garante dell'infanzia, figura che mai come in questi giorni avrebbe (come noi sosteniamo da anni) dimostrato la sua utilità come "tutore" dei diritti dei bambini in Italia.
Proprio così, sembrerebbe impossibile a dirsi, proprio in Italia».