"L'Unione, fondata su valori solidi, deve garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei Rom. E' inaccettabile che questa minoranza etnica subisca delle discriminazioni" nello spazio europeo. Lo ha affermato Viviane Reding vice-presidente della Commissione europea in occasione della "Giornata internazionale dei Rom" che si celebra oggi. In vista del Vertice europeo sui Rom che inizia oggi a Cordova in Spagna, la Commissione ha pubblicato due rapporti sulla più importante minoranza etnica dell'Unione Europea. Nel primo documento, la Commissione esorta gli Stati membri a usare i fondi UE per favore l'integrazione socioeconomica dei Rom. "L'integrazione dei 10-12 milioni di Rom - una popolazione grande come quella del Belgio o della Grecia - costituisce una responsabilità comune degli Stati membri e delle istituzioni UE" - sottolinea il rapporto. Questa integrazione passa per l'accesso a posti di lavoro e a un'istruzione non segregati, nonché ad alloggi e a servizi sanitari . Oggi i Rom sono presenti in quasi tutti i paesi europei, in particolare in Spagna (650mila), Romania (535mila), Turchia e Francia (entrambe 500mila), Bulgaria (370mila), Ungheria (205mila), Grecia (200mila), Italia (130mila) e Serbia (108mila). La loro situazione è stata passata al settaccio dalla Commissione europea in un rapporto - il secondo - dove si fa un bilancio sui progressi e le difficoltà registrati negli ultimi due anni. Per superare gli ostacoli all'integrazione dei Rom, la Commissione ha adottato oggi una comunicazione strategica che traccia a grandi linee un programma in cui si prevedono, tra le altre cose, il ricorso ai Fondi strutturali europei, compreso il Fondo sociale UE e la valorizzazione del potenziale delle comunità Rom nella strategia "Europe 2020". "Nonostante la massiccia discriminazione nei confronti di milioni di Rom in tutto il continente, l'Ue non sta chiamando gli stati membri a rispondere delle loro azioni quando questi vengono meno alle loro responsabilità" - sostiene Amnesty International che ha documentato come in diversi paesi europei, tra cui l'Italia, le autorità non proteggano le comunità Rom. Va ricordato, in proposito, che tra le 92 raccomandazioni che il Consiglio dell'Onu dei diritti umani ha presentato all'Italia a conclusione della "Revisione periodica universale" (Upr) figura la richiesta al Governo italiano di interrompere immediatamente la raccolta di impronte digitali di Rom e Sinti e di "distruggere eventuali dati raccolti in contraddizione con le norme del diritto internazionale sull'uguaglianza e i pari diritti dei cittadini". "I leader europei devono adottare un piano d'azione concreto per affrontare le violazioni dei diritti umani che colpiscono le comunità rom. Devono prendere posizione contro gli attacchi razzisti e le espressioni di odio e assumere iniziative efficaci per porre fine alla discriminazione nell'accesso agli alloggi, all'educazione, ai servizi sanitari e all'impiego" - ha sottolineato Claudio Cordone, segretario generale ad interim di Amnesty International. L'organizzazione ha ripetutamente messo in luce le responsabilità dei governi per non aver posto fine alla segregazione in ambito scolastico, ha denunciato gli sgomberi forzati e il non aver garantito il diritto delle comunità Rom a un alloggio adeguato. E proprio la situazione degli sgomberi a Milano, il "piano nomadi" del Comune di Roma, la richiesta di riconoscimento come minoranza etnico-linguistica e il problema delle discriminazioni saranno le istanze che la Federazione Rom e Sinti insieme (in rappresentanza delle 22 associazioni aderenti) porterà al tavolo di discussione del Secondo Summit europeo sui Rom che inizia oggi a Cordoba. [GB]

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