Per costruire il bene comune bisogna "guardare ai bisogni del vivere a partire dall'ambito familiare". Così Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, nel suo intervento nella giornata di apertura della Conferenza organizzativa e programmatica delle Acli, in corso presso la Cattolica di Milano.
"Non si tratta di costituire una lobbying particolare" per la famiglia, ha spiegato Belletti, ma di porre le esigenze della famiglia come ideale "modalità di cittadinanza". E per fare famiglia, e quindi anche per fare una società più a misura di famiglia, il presidente del Forum delle associazioni familiari, ha indicato 5 campi strategici che richiedono attenzione e interventi: lavoro (e quindi reddito), casa e città (i luoghi dell'abitare), cura, educazione e ricostruzione di valori condivisi. "La nostra Costituzione ha fondato la Repubblica sul lavoro. E questo è un bene, purché il lavoro sia porta di accesso alla cittadinanza". Ed essere cittadini italiani, secondo Belletti, deve implicare sì l'essere "lavoratori e bravi pagatori di tasse" ma anche il poter essere "buoni genitori".
Anche per l'esigenza di promuovere una società più misura di famiglia, Belletti ha fatto appello alle forze dell'associazionismo, in quanto "soggetti deputati a costruire il bene comune", perché "non si presentino divisi davanti alle istituzioni". In particolare, le Acli e il Forum, insieme, in tempo di federalismo e di fronte al rischio di 20 diversi sistemi di welfare, possono e debbono "rappresentare l'idea che siamo tutti cittadini di un unico Paese".
Infine, invitando a prendere ispirazione dal libro dell'ex premier ceco, Havel, Il potere dei senza potere, Belletti ha incoraggiato il terzo settore ad assumere un ruolo di protagonista per il cambiamento del Paese, soprattutto per il bene di chi non ha voce. Altrimenti "tra Confindustria e politica dei partiti, il terzo settore rischia di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro".
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