Saranno i tecnici della Direzione regionale dei beni culturali e architettonici dell'Abruzzo a vigilare sullo smaltimento delle macerie dall'Aquila. I funzionari periferici del ministero prenderanno dunque il posto della Portezione civile, che finora aveva eseguito questo compito. A decidere di ridare la competenza agli enti territoriali è stato il commissario delegato per la Ricostruzione e presidente della Regione, Gianni Chiodi. Alla Direzione regionale e alla Soprintendenza spetterà dunque fare la selezione delle macerie, per recuperare eventuali stucchi, decorazioni, materiali lapidei o erratici per selezionarli, identificarli, numerarli e sistemarli in modo da evitare un ulteriore deterioramento. Frammenti che, come tanti tasselli di un puzzle, attraverso una rigorosa catalogazione si spera di riuscire a ricollocare al posto giusto. Le pietre lisce, che non portano raffigurazioni né bassorilievi, saranno rimontate in maniera casuale, ma per quanto riguarda stipiti di finestre, cornici e cornicioni dei tetti c'è l'ottimismo di riposizionare i vari tasselli al posto giusto. Tuttavia, come viene fatto notare al VELINO dagli uffici della direzione regionale, "è ormai troppo tardi per tutti quei palazzi di pregio privati, dove la rimozione è già stata effettuata".
Una ricetta, quella che vede la presenza dei tecnici del ministero, che sarà utilizzata a cominciare dalla chiesa di Santa Maria Paganica, dove ammontano a circa cinque metri le macerie accumulate. In realtà la rimozione "controllata" era già stata impiegata in precedenza. A eccezione della Basilica di Collemaggio - dove lo smaltimento era stato effettuato manualmente (e perciò era durato 4 mesi) - in altre chiese, come nella chiesa delle Anime Sante si era provveduto con un nastro trasportatore, "sorvegliato" da una squadra composta da uno storico dell'arte, un architetto e un archeologo. E proprio la chiesa-simbolo della ferita al centro storico del capoluogo abruzzese, con la cupola crollata, a quasi un anno dal tremendo sisma del 6 aprile scorso, ha riaperto i battenti con una celebrazione tenuta dall'arcivescovo della città, Giuseppe Molinari.