Occorre riaprire le adozioni internazionali in Romania per garantire una famiglia ai minori abbandonati e toglierli per sempre dal limbo dell'abbandono. Appena 887 su 12.682 bambini adottabili hanno trovato una famiglia con l'adozione nazionale nel 2008. E questo perché? Perché sono considerati dalle coppie rumene troppo grandi o problematici per essere adottati! E' un'assurdità perché sarebbero moltissime le coppie straniere, in primis quelle italiane, che potrebbero adottarli. L'Unione Europea deve prendere una posizione di fronte a questo dramma."
E' questo l'appello lanciato da Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., durante le seduta che si è aperta oggi presso la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo sulla questione della chiusura delle adozioni internazionali in Romania.
I dati diffusi dall'Ufficio Adozioni rumeno (ORA) confermano una situazione estremamente preoccupante: la maggior parte dei bambini adottabili rimane nel sistema di protezione statale perché non trova una famiglia rumena disposta ad accoglierlo. Solo il 12% delle coppie, infatti, si mostra disposto ad adottare un bambino con più di cinque anni e il 61% dà la disponibilità ad adottare minori senza alcun problema di salute. Sono i bambini con "bisogni speciali" (con problemi di salute o comportamentali, con più di 7 anni, più fratelli al seguito) a rischiare di rimanere per sempre lontano da una famiglia.
Per ognuno di loro l'adozione internazionale potrebbe essere l'unica possibilità di diventare figlio.
Ecco perché il presidente di Ai.Bi., preoccupato per la condizione di questi minori, ha chiesto la riapertura delle adozioni internazionali per i bambini con "bisogni speciali" sulla base di accordi bilaterali con i Paesi nei quali risiede un numero rilevante di cittadini di nazionalità rumena.
Marco Griffini, invitato durante la seduta per presentare la petizione di Ai.Bi. di cui è il primo firmatario, ha anche chiesto che la Commissione Petizioni si renda interprete della proposta di riaprire le adozioni almeno per i bambini "special needs" presso la plenaria del Parlamento Europeo.
Con una nota ufficiale il Parlamento Europeo lo scorso dicembre 2009 aveva comunicato che la petizione di Ai.Bi. era idonea a un primo esame formale e aveva specificato che la materia rientrava tra le competenza dell'Unione Europea. La Commissione Petizioni aveva quindi chiesto un parere tecnico alla Commissione Europea, nel quale è stata considerata la possibilità per il Parlamento Europeo di indirizzare a Bucarest una risoluzione per sollecitare la Romania a riaprire le adozioni.