Nel 1967 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 21 marzo "Giornata mondiale contro qualsiasi forma di razzismo e di discriminazione", per conservare e diffondere la memoria del 21 marzo 1960, quando a Sharpeville (Sudafrica) la polizia aprì il fuoco uccidendo 70 manifestanti che protestavano pacificamente contro le leggi razziste emanate dal regime dell'apartheid. Il 21 marzo è dunque una giornata di mobilitazione generale per ribadire le conseguenze negative della discriminazione razziale sulle società e per ricordare che è necessario l'impegno di tutti per combatterla. In molte città italiane sono in programma inizative, manifestazioni pubbliche e dibattiti sul tema della discriminazione e dell'accoglienza nei confronti degli stranieri. L'AIFO si unisce alle persone vittime di disciminazioni razziali, in Italia e nel mondo, per manifestare la propria solidarietà e il proprio costante impegno contro ogni forma di razzismo, esclusione o stigma sociale. In particolare l'AIFO si unisce al forte appello lanciato gli scorsi giorni dall'Alto Commissario ONU per i Diritti umani, Navi Pillay, che si è detta "preoccupata" per le norme contenute nel pacchetto sicurezza approvato dal Parlamento italiano, in particolare per quanto riguarda l'istituzione della condizione di clandestinità come reato, la 'privatizzazione' della sicurezza che passa attraverso le ronde, la presenza 'visibile' dei militari nelle città e le condizioni di vita all'interno dei Centri di identificazione ed espulsione (CIE), norme che limitano i diritti umani delle persone migranti e alimentano un clima di pregiudizio nei loro confronti.

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