La recente sentenza della Corte di Cassazione che privilegia il diritto alla legalità piuttosto che quello del diritto dei minori aumenta lo stato di caos che esiste in materia:.
«Il legislatore dovrebbe mettere un po' di ordine. Questa sentenza crea un ulteriore problema» ha affermato Roberto Salvan, direttore generale dell'UNICEF Italia in un'intervista all'ANSA.
«Molte norme su immigrazioni e minori, a partire dal pacchetto sicurezza» prosegue Salvan «mettono ulteriormente in difficoltà chi deve decidere. Le norme sono contraddittorie, tutto ciò produce ulteriore lavoro per i giudici.»
«Fra l'altro, in passato la stessa Cassazione si era espressa diversamente e l'attuale sentenza non chiarisce le cose. Ogni caso va visto a sé.»
Tuttavia, Salvan esprime ''preoccupazione'' per il caso in questione: '«Non va sottovalutato il fatto che i i bambini di Busto Arsizio direttamente coinvolti riceveranno comunque un contraccolpo negativo dall'allontanamento del padre.»
La sentenza n. 5836 della Cassazione ha avuto per oggetto il ricorso di un immigrato clandestino albanese, con moglie in attesa della cittadinanza italiana e due figli minorenni, residente a Busto Arsizio, in provincia di Varese, per ottenere l'autorizzazione a restare in Italia in nome del diritto del ''sano sviluppo psicofisico'' dei suoi bambini che sarebbe stato alterato dall'allontanamento del loro papà.
I supremi giudici hanno motivato il respingiento del ricorso con la prevalenza del "complessivo impianto normativo della legge sull'immigrazione" rispetto al citato principio della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
In altri termini, l'esigenza di mantenere unita la famiglia o proseguire la normale frequenza scolastica non sono da considerare secondo la pronuncia della Cassazione ''gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico del minore determinati da una situazione d'emergenza''.