Il numero di minori stranieri non accompagnati presenti nel territorio nazionale tra il 2006 e il 2008 risulta piuttosto stabile, salvo una lieve flessione dell'8,3% nel 2008, ma sono invece aumentati i comuni italiani che hanno preso in carico questi ragazzi, offrendo loro servizi di prima e seconda accoglienza. 93 enti locali hanno 'assorbito' l'85% delle presenze, rispetto ai soli 39 tra i quali era distribuito nel 2006 il 75% dei minori.
Lo dicono i dati pubblicati nel Terzo Rapporto Anci sui minori stranieri non accompagnati, presentato a Roma presso la sede nazionale dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci) dal vicepresidente con delega all'immigrazione e sindaco di Padova Flavio Zanonato nel corso di una conferenza stampa, presenti anche il capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno Mario Morcone e il direttore generale per l'immigrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Giuseppe Maurizio Silveri.
L'indagine, rivolta a tutti i comuni italiani, fotografa con un buon grado di precisione queste realtà, visto che ha risposto il 71,4% delle amministrazioni contattate, per un totale di 5.784 comuni. Realtà importanti, considerando che, secondo i dati, sono in aumento sia i comuni che offrono prima accoglienza in strutture di pronto intervento con permanenza breve (da 30 a 51 amministrazioni nel 2008), sia i comuni che gestiscono i servizi nella fase di seconda accoglienza in comunità, case famiglia, ecc. (da 30 a 46, per un totale di 3.841 minori assistiti).
Lo ha ricordato il vicepresidente Zanonato parlando dell'attività di accoglienza e formazione dei minori stranieri non accompagnati che, in base alla normativa internazionale, non possono essere espulsi ma vanno inseriti in percorsi di protezione e inserimento. E lo ha evidenziato anche il capo Dipartimento Morcone, sottolineando che «se da una parte l'accoglienza dei minori costituisce un problema per il bilancio dei Comuni, dall'altro essi rappresentano anche sicuramente una risorsa, un'opportunità nello sviluppo economico, soprattutto se hanno un percorso di integrazione e di formazione professionale». Il rapporto Anci, ha sottolineato per il ministero del Welfare il direttore Silveri, conferma inoltre la srtetta collaborazione costruita tra l'amministrazione centrale e quelle locali.