Il contributo dell'Italia al peacekeeping Onu è di assoluta preminenza, sia dal punto di vista quantitativo (primo fornitore di Caschi Blu fra i Paesi occidentali e dell'Unione Europea e sesto finanziatore con quasi 180 milioni di euro nel 2009) e qualitativo, che in termini di articolazione dell'impegno in una pluralità di attività, ognuna cruciale per il successo delle operazioni di mantenimento della pace.
Tre i pilastri su cui si fonda: partecipazione sul terreno (Unifil e altre missioni); formazione (CoEspu); sostegno logistico (Base di Brindisi, Unlb). Dal 2006 l'Italia è al primo posto come fornitore di Caschi Blu fra i Paesi occidentali e dell'Unione Europea ed undicesimo in assoluto.
I nostri militari, a differenza di molti altri contingenti, godono di autonomia logistica ed operativa e non gravano così direttamente sulle risorse dell'Onu (i rimborsi delle Nazioni Unite coprono solo una parte limitate dei nostri costi).
Il decisivo contributo dell'Italia all'operazione di pace delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) è unanimemente riconosciuto.
Dal 2006 l'Italia è il Paese con il contingente maggiore: attualmente 1900 militari, mentre nel passato erano state raggiunte le 2600-2800 unità. Italiano è stato il comando della missione, con il generale Graziano, fino al febbraio 2010, mentre dal 1 dicembre 2009 l'Italia ha assunto (per la terza volta) il comando della Task Force marittima di Unifil per sei mesi.
Formazione: costituito su impulso italo-statunitense, il CoEspu (Centre of Excellence for Stability Police Units), operativo dal 2005 a Vicenza, ha formato sinora 2.300 ufficiali di polizia di 29 Paesi diversi (prevalentemente africani) ed arriverà a 3.000 nel 2010.
Secondo la filosofia del 'train the trainers', queste unità a loro volta formeranno 4.500 poliziotti aggiuntivi nei rispettivi Paesi, raggiungendo l'obiettivo di 7.500 unità stabilito al Vertice G-8 di Sea Island del 2004, che varò l'iniziativa. Oltre alle attività di formazione condotte dai Carabinieri a Vicenza, dei team mobili composti da formatori specializzati del CoEspu e degli Stati Uniti, con la partecipazione di rappresentati del Dpko, si recano nei vari Paesi per verificare il livello di preparazione raggiunto, in un'attività di 'monitoring/mentoring'.
Logistica: la Base Logistica delle Nazioni Unite (United Nations Logistics Base), operativa a Brindisi dalla metà degli anni Novanta, è una struttura unica al mondo da cui dipende l'intera logistica delle numerose operazioni di pace delle Nazioni Unite nei vari continenti. Nata come deposito di materiali al tempo dei conflitti balcanici, la Unlb si è sviluppata nel corso degli anni fino a divenire un centro di supporto globale per il peacekeeping Onu. Oltre alle funzioni di sostegno logistico, infatti, la base ospita la riserva strategica di materiali ed ha un ruolo chiave anche come centro di comunicazioni satellitari delle Nazioni Unite, di addestramento professionale e di supporto tecnico ai velivoli impegnati nei collegamenti con le missioni di pace. A Brindisi è stata trasferita anche la Forza di Polizia Permanente (Standing Police Capacity, Spc) delle Nazioni Unite.
Il contributo italiano al peacekeeping Onu non è solo presenza sul terreno ma anche definizione di linee strategiche ed elaborazione dottrinale. Sia nei contatti con il Segretariato, sia nei dibattiti negli opportuni fori (Assemblea Generale e Consiglio di Sicurezza), l'Italia sta partecipando all'esercizio di riforma del peacekeeping con la credibilità che le deriva dall'essere un Paese leader in questo settore.