Piazza della Repubblica a Roma sarà teatro il 20 marzo 2010, alle ore 14, di una manifestazione nazionale indetta dai Comitati Acqua Bene Comune per sostenere la gestione pubblica dei servizi idrici di tutti i Comuni italiani, contro la legge del novembre scorso che impone la loro privatizzazione. All'iniziativa hanno già aderito centinaia di associazioni, movimenti, comitati, coordinamenti, enti locali e assessorati di tutta Italia e di ogni colore politico. Anche l'AIFO è parte del Comitato promotore della manifestazione, che da piazza Repubblica si snoderà lungo le vie di Roma passando per S. Maria Maggiore, S. Giovanni in Laterano, il Colosseo, il Circo Massimo e Piazza Venezia, per concludersi in Piazza Navona. Nel corso della giornata si raccoglieranno le firme per sostenere la proposta di un referendum abrogativo della legge sulla privatizzazione delle acque pubbliche. Sarà diffuso inoltre un appello che può essere letto all'indirizzo http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7089. L'appello enuncia le finalità della manifestazione e di tutte le iniziative promosse dai Comitati Acqua Bene Comune e dal Forum italiano dei Movimenti per l'acqua, "per bloccare le politiche di privatizzazione della gestione dell'acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l'approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme "L'acqua fuori dal mercato!". La mobilitazione popolare può essere sostenuta diffondendo i volantini preparati dal Forum, che possono essere richiesti dal sito www.acquabenecomune.org. Nel sito è presente anche uno spot radio, che ciascuno può sottoporre alle radio locali del proprio territorio affinché lo trasmettano gratuitamente. AIFO - SCHEDA sulla legge per la Privatizzazione dell'acqua Il 18 novembre 2009, alla Camera dei deputati fu approvato con ricorso alla fiducia il decreto Ronchi, che all'art. 15 avviava un processo di dismissione della proprietà pubblica e delle relative infrastrutture, in particolare prevedendo la vendita a soggetti privati, operanti in regime di mercato e quindi con obbligo di perseguire il profitto, dei servizi comunali di canalizzazione ed erogazione dell'acqua per usi civili. Il Decreto Ronchi e' stato approvato ignorando il consenso popolare che soltanto due anni fa si era raccolto intorno ad una proposta di legge d'iniziativa popolare per l'acqua pubblica per la quale erano state raccolte oltre 400.000 firme, che oggi è in discussione in parlamento. Nel frattempo cinque regioni hanno impugnato il decreto Ronchi di fronte alla Corte Costituzionale lamentando la violazione di proprie prerogative costituzionali esclusive. Il decreto Ronchi è poi divenuto legge (l. n. 166 del 2009), collocando tutti i servizi pubblici essenziali locali sul mercato, sottoponendoli alle regole della concorrenza e del profitto, espropriando il soggetto pubblico e quindi i cittadini dei propri beni. Mentre in maniera più o meno diffusa ci si sta rendendo conto del fatto che negli ultimi anni la gestione privata dell'acqua ha determinato un aumento delle bollette del 61% ed una riduzione drastica degli investimenti per la modernizzazione degli acquedotti, della rete fognaria, degli impianti di depurazione, viene approvata una legge che, imponendo la svendita forzata del patrimonio pubblico e l'ingresso dei privati, darà occasioni di profitto alle multinazionali e rischierà di alimentare sacche di malaffare. La malavita già da tempo ha compreso il grande business dei sevizi pubblici locali, si pensi alla gestione dei rifiuti, e la grande possibilità di gestirli in regime di monopolio. Su questa base a Roma il 20 marzo, alla vigilia della Giornata Mondiale dell'acqua -22 marzo- è stata convocata una manifestazione per la ripubblicizzazione dell'acqua alla quale AIFO, congiuntamente alle OnG aderenti alla FOCSIV, Associazioni ed Enti Locali, ha aderito.

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