"Lo squilibrio di potere tra piccoli produttori agricoli e la grande industria agroalimentare deve essere corretto": è l'avvertimento di Olivier de Schutter, relatore dell'Onu per il diritto all'alimentazione, che ha presentato a Ginevra il suo secondo rapporto annuale al Consiglio dei diritti umani, riunito in assemblea plenaria. Il rapporto di De Schutter sottolinea che in un mondo sempre più globalizzato, dominato dalle grandi società transnazionali, i piccoli produttori hanno accesso soltanto a un numero limitato di acquirenti e si trovano in una posizione iniqua quando, nelle trattative, devono ottenere un prezzo equo.
"Una situazione che spiega in parte - secondo il relatore - perché i contadini dei paesi in via di sviluppo rappresentano il maggior gruppo di persone che soffrono la fame nel mondo". Nel mondo ci sono 450 milioni di lavoratori agricoli dipendenti, ovvero il 40% della popolazione attiva agricola. "In questo settore i diritti fondamentali dei lavoratori sono spesso violati" scrive il professore belga nel rapporto, precisando che soltanto il 20% dei lavoratori agricoli ha una protezione sociale base e il 70% dei minorenni che lavorano lo fanno in questo settore, ovvero 132 milioni di ragazzi e ragazze che hanno tra 5 e 14 anni.
"La servitù dovuta all'indebitamento si perpetua da una generazione all'altra. Gran parte del lavoro dipendente non si trova nel settore moderno e le legislazioni nazionali non permettono di garantire il diritto a uno stipendio minimo né di proteggere le donne dalla discriminazione" indica ancora il documento.
La principale raccomandazione del relatore Onu invita i governi a sostenere di più i piccoli produttori e a incoraggiare le società a modificare le loro politiche in materia di prezzi e di normative. Potrebbero ad esempio "appoggiare la creazione di cooperative agricole" con agevolazioni per consentire la vendita dei prodotti a prezzi concorrenziali. Secondo de Schutter, è altrettanto necessario rivedere le regole sulla concorrenza nei mercati che, allo stato attuale, conducono all'indebolimento dei piccoli produttori. (Misna)